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Bellezza: la dieta scorretta compromette anche i ritocchini?

Sanihelp.it – – La nutrizione è uno dei principali responsabili della salute e della bellezza della pelle: l'effetto dell'alimentazione sull'invecchiamento cutaneo è un interessante campo di ricerca. Possiamo individuare, come principali responsabili nell’aging cutaneo correlati al cibo, 4 processi connessi tra loro in una sorta di circolo vizioso che vengono attivati da un’alimentazione poco equilibrata.


Glicazione. L’eccesso di zuccheri, le diverse metodologie di cottura, l’improprio e eccessivo utilizzo di dolcificanti, favoriscono questo processo con produzione dei cosiddetti Advanced Glycation End products (AGEs) che si legano a recettori specifici denominati Receptor for Advanced Glycation End products (RAGE), localizzati su fibroblasti, adipociti, mastociti, macrofagi, cellule endoteliali, quindi sia epidermide che derma, favorendo la produzione di citochine infiammatorie, la glicazione delle fibre collagene e l’elastoressi (rottura delle fibre collagene). Gli AGEs promuovono l’infiammazione, lo stress ossidativo e l’alterazione della struttura e della funzione delle proteine intracellulari e di superficie anche indipendentemente dal recettore, attraverso danni diretti alla struttura delle proteine di membrana o intracellulari.

Insulinoresistenza. È la ridotta capacità dell’insulina di far utilizzare il glucosio nelle cellule dell’organismo, una condizione cioè in cui si favorisce una risposta biologica subnormale con accumulo di grasso e produzione di citochine infiammatorie da parte del tessuto adiposo, danneggiando anche l’architettura cutanea.

Stress ossidativo. Una dieta tipicamente occidentale lo favorisce con la formazione di radicali liberi, veri e propri killer anche per la cute.

Infiammazione. Si parla di infiammazioni subcliniche generate da sedentarietà, ambiente, fumo, farmaci, stress e dieta. Un’alimentazione ricca di grassi saturi e trans – rispettivamente quelli di origine animale e quelli di origine vegetale cui vengono aggiunti atomi di idrogeno, entrambi responsabili dell’aumento del cosiddetto colesterolo LDL, quello‘cattivo –  e di zuccheri semplici finisce con l’essere pro-infiammatoria favorendo un’alterazione anche della matrice extracellulare dove si trovano le fibre collagene ed elastiche e da dove parte il sistema linfatico.

«Per queste ragioni, la prima visita di medicina estetica prevede un’indagine anamnestica e una serie di valutazioni morfologiche e funzionali – afferma Domenico Centofanti, vicepresidente della Società italiana di medicina estetica SIME in occasione del 40° congresso della società scientifica in corso a Roma – Questo approccio permette di formulare un progetto di prevenzione e, poi, di correzione».

La terapia antiaging, oltre alle metodiche impiegate abitualmente in medicina estetica, non può non valutare lo stile di vita e l'alimentazione: l’elemento che condiziona maggiormente la differenza di risultato. «L’educazione alimentare rientra a pieno titolo tra gli obiettivi del medico estetico dopo il check up – conclude il professor Emanuele Bartoletti, presidente della SIME – L’elaborazione di un diario alimentare permette al medico estetico di capire se vi sono degli errori nelle abitudini alimentari e aiutare a evitarli e correggerli».

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