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Chirurgia: ringiovanire il viso con le nuove tecniche in 3D

Sanihelp.it – Anche la chirurgia estetica facciale si fa tridimensionale per ridare giovinezza al viso. Trapianti di grasso autologo, prelevato da cosce, natiche o addome e adeguatamente preparato prima del reinnesto nelle aree deficitarie del viso, stanno sostituendo e complementando i classici lifting dei tessuti molli del viso.


Si possono chiamare staminali multipotenti e offrono numerosi vantaggi: ampia disponibilità di tessuto adiposo, non-immunogenicità delle cellule (non producono quindi anticorpi contrari) che non richiedono immunosoppressione, maggiore capacità delle cellule di sopravvivere in condizioni ambientali avverse.

Rare, nella metodica, le complicazioni generali, assenti le irregolarità nella distribuzione o nell’assorbimento del grasso. Parte di questo viene riassorbito, ma il risultato estetico resta altissimo, vicino al 95% delle aspettative finali.

Se si opta, invece, per un ringiovanimento più classico, sono sempre all’avanguardia i fillers, anch’essi però innovativi, arricchiti di neurotossine e impiegati in una rivoluzionaria procedura non-chirurgica chiamata subliminal difference. Tecnica che deve il nome all’iniezione intradermica delle tossine con cannule dalle punte arrotondate, seguita da un modellamento manuale che rende visibili i risultati in pochi minuti.

Garantiti un aspetto naturale, il rilassamento delle dure linee di espressione tra le sopracciglia, una maggiore apertura dello sguardo e la riduzione degli effetti collaterali (edemi e gonfiori). Possibile, quindi, il ritorno immediato al domicilio e alle normali occupazioni che danno alla metodica un soddisfacimento generale del 95%.

Sono queste alcune delle nuove tecniche di chirurgia estetica presentate in occasione del Congresso Mondiale di Roma dai massimi esperti di chirurgia plastica facciale.

In particolare la procedura denominata subliminal difference è nata con l’intenzione di apportare un miglioramento immediato sia dell’aspetto fisico sia dell’autostima. La tecnica si è perfezionata e consolidata dopo anni di ricerca al fine di offrire alla donna un aspetto più naturale possibile – il cosiddetto natural look – senza le implicazioni correlate a un intervento classico, quali edemi, gonfiori ed ecchimosi. L’introduzione di questa metodica nella normale pratica clinica, grazie alle sue caratteristiche, ha aumentato la richiesta di fillers e neurotossine del 100%.


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