Sanihelp.it – Aicpe, associazione scientifica che riunisce oltre un centinaio di chirurghi plastici estetici, chiarisce alcuni punti della questione delle protesi Pip e fornisce alcune raccomandazioni ai medici.
Innanzitutto, non esistono evidenze scientifiche sul fatto che ci siano legami tra le protesi e il cancro. Anzi, l'incidenza di tale patologia è inferiore a quella che si riscontra tra le donne senza protesi. Anche i dati sulla rottura delle protesi sono incerti, in quanto gli studi esistenti sono stati effettuati con metodologie differenti e quindi non comparabili.
I rischi di una seconda operazione sono invece conosciuti. Ogni intervento chirurgico presenta dei rischi, inoltre molte donne sono soddisfatte del loro seno: non c'è certezza che, rioperando senza indicazioni, si avrà un risultato altrettanto buono.
Aicpe suggerisce quindi alcune linee guida di comportamento, che dovrebbero essere adottate da tutti i medici.
Primo è raccomandabile una visita di controllo semestrale per tutte le donne. Secondo, a tutte le persone che presentino da un punto di vista clinico o strumentale non solo evidenza, ma anche semplice sospetto di importante contrattura capsulare, sieroma, infiammazioni loco-regionali, adenopatie, lesioni evidenti o rottura franca, devono essere espiantate le protesi e, se non esistono controindicazioni, sostituite.
Terzo, gli individui con sindrome ansiosa o condizioni psicologiche labili, ma con impianti integri, dovrebbero essere valutati attentamente, se necessario con l'ausilio di colleghi specialisti, e dovrebbe essere data loro la possibilità di sostituzione dell'impianto.
Quarto: alla FDA di ogni Paese dovrebbe essere chiesto di valutare e certificare tutti gli impianti che vengono utilizzati sul suo territorio. Quinto, è necessario un registro degli impianti, per avere un rapido follow up di tutte le protesi impiantate.