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Slow fish 2017: più rispetto per il mare

Sanihelp.it – Slow fish è un evento internazionale con cadenza biennale realizzato grazie all'impegno dell’Associazione Sloow Food Italia, della Regione Liguria e con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole, alimentari e forestali.


Quale momento migliore, per parlare del pesce, delle sue proprietà nutrizionali, ma anche di tutti i falsi miti che si accompagnano alla sua vendita e al suo consumo?

Con l’avvento delle belle giornate e l’afflusso di persone in tutte le località di mare, la voglia di pesce aumenta.

É sempre più di moda consumarlo crudo: ben vengano sushi, sashimi, tartare, carpaccio e pesce marinato, ma rispettando inderogabilmente regole ben precise.

Il pesce crudo si può consumare senza rischi per la salute, solo se i ristoratori lo hanno surgelato in un abbattitore che lo porta rapidamente alla temperatura di meno 18 gradi.

Chi invece, vuole dilettarsi a preparare il pesce crudo in casa deve sapere che deve conservarlo per almeno 96 ore in un congelatore domestico contrassegnato da tre o più stelle.

Solo in questo modo si è sicuri che il pesce crudo non veicoli nel corpo umano anisakis, un verme, presente allo stato larvale in moltissimi pesci quali tonno, salmone, sardina, acciuga, merluzzo, nasello e sgombro; è bene ricordare che l’aceto e il limone usati per marinare il pesce crudo non riescono a distruggere in nessun modo le larve eventualmente presenti.

Sarebbe bene ricordare, inoltre, che come esiste una stagionalità per la frutta e la verdura esiste anche per il pesce se si rispettano i tempi di riproduzione e quindi il fermo pesca e se si sceglie di acquistare il pesce proveniente dai mari più vicini a quelli italiani.

Ecco quindi che tenendo conto di queste semplici indicazioni quest’estate dovremmo puntare nell’acquisto e il consumo, di alici, gallinelle, lampughe, orate, ricciole, saraghi, sardine e spigole. D’estate, come d’inverno, come resistere al fascino di piatti a base di vongole e cozze?

Molti sostengono che si tratti di speci inquinate: in questo senso bisognerebbe privilegiare l’acquisto dei prodotti di allevamento, poiché la mitilicoltura è la forma di allevamento più ecosostenibile.

Naturalmente l’ambiente di allevamento deve essere sicuro, altrimenti eventuali sostanze nocive disciolte nell’acqua possono accumularsi nel loro organismo, attraverso il processo di filtrazione e finire poi sulle nostre tavole; gli allevamenti di qualità, infatti, privilegiano basse densità e favoriscono adeguati ricambi delle acque.

I molluschi prodotti in allevamento, devono essere venduti in reti sigillate e munite di etichetta che ne indichi varietà, scadenza e provenienza

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