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Raccogliere e consumare funghi in sicurezza: ecco come

Sanihelp.it – Questa è sicuramente la stagione dei funghi e sono moltissime le persone tentate dall’idea di andar per boschi, godere del contatto con l’aria aperta, cercare funghi e poi condividerli a pranzo o a cena con amici e familiari.


Come tutti gli anni, però,  è proprio questo il periodo dell’inizio del bollettino degli intossicati: le intossicazioni da funghi, infatti, non si limitano all’ingestione di quelli velenosi, segni di intossicazioni capaci di simulare quelli di chi ha mangiato i velenosi, possono comparire anche dopo averne gustati di commestibili, tuttavia non adeguatamente cucinati o conservati prima della cottura.

Per questo la Società Italiana di Tossicologia, in collaborazione con il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico hanno lanciato anche per quest’anno l’allerta e hanno pubblicato  il decalogo delle regole per andare a funghi in sicurezza.

Bisognerebbe, secondo il decalogo, raccogliere e consumare solo funghi su cui non esistono dubbi sulla commestibilità.

In caso di dubbio a decidere fra il commestibile o no, dovrebbero essere gli ispettorati micologici presenti in ogni ASL.

Non esistono metodi casalinghi capaci di aiutare a distinguere fra un fungo commestibile o meno: se l’aglio, l’argento o il prezzemolo anneriscono o ingialliscono a contatto con un fungo non significa né che la specie sia velenosa né commestibile.

I funghi, inoltre, non si riconoscono confrontandoli con le immagini presenti sui libri né tantomeno usando le app, perché i funghi non sono fatti con lo stampino e specie commestibili e velenose spesso si differenziano fra loro per sfumature o piccolezze.


I funghi non vanno mai consumati in quantità abbondanti o più volte nell’arco della giornata in pasti molto ravvicinati fra di loro.

Il consumo di funghi, infine, deve essere fatto con estrema attenzione da parte di bambini, anziani e donne in gravidanza, poiché il consumo di velenosi da parte di queste categorie, anche accidentale, li espone al rischio di dover subire lavanda gastrica e trattamenti invasivi che possono mettere a repentaglio la loro vita.

Se dunque dopo aver mangiato funghi, subito o dopo qualche ora, compaiono sintomi gastrointestinali o comunque una sintomatologia grave di qualsiasi tipo,  è necessario correre al pronto soccorso, meglio se con gli avanzi del pasto.

Inutile se non dannoso cercare di gestire la sintomatologia a casa utilizzando antivomito o antidiarroici.

I problemi di salute, infine, non mancano nemmeno quando i funghi si cercano: il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) risorsa tecnica del Sistema Sanitario di Urgenza ed Emergenza 118, registra ogni anno diverse centinaia di interventi a favore di cercatori di funghi in difficoltà.

Qualche decina risultano le vittime sull’intero territorio nazionale.

Può succedere di scivolare e farsi male, ma anche di smarrirsi o accusare un malore a causa dello sforzo e della tanta strada percorsa.

Ecco perché è meglio evitare uscite in solitaria, senza cellulare, e senza avvertire i propri cari sul percorso che si intende fare.

In ogni caso non guasta uscire muniti di un zaino con un piccolo kit di pronto soccorso  ovvero contenente cerotto, disinfettante, garza sterile e benda elastica, un coltello multiuso, un maglione, una giacca impermeabile e antivento, un telo termico (foglio leggero di materiale plastico alluminizzato), una pila frontale, cibo e anche bevande di ristoro!

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