Sanihelp.it – Fa ingrassare, fa male, meglio scegliere una dieta low carb: sulla pasta ognuno dice la sua. Anche se qualcuno cerca di sminuirla, resta uno degli alimenti principali della Dieta Mediterranea, nonché alimento sinbolo di italianità.
Sodexo Italia, l’azienda dei 100 mestieri leader nei servizi per la qualità della vita, ogni giorno serve pasti a 380.000 persone tra bambini, studenti, lavoratori e ospiti di residenze e case di riposo e acquista una media di 2 milioni e mezzo di tonnellate di pasta all’anno: l’azienda ha colto al volo ill World Pasta Day, avvalendosi degli esperti ovvero dietisti, nutrizionisti e tecnologi alimentari della sua Food Intelligence per fare chiarezza su questo alimento.
La pasta, dunque fa ingrassare?
La maggior parte degli italiani identifica i carboidrati con la pasta, ma i cereali sono tanti e di diverso tipo. Fanno ingrassare?
No, la loro funzione è quella di dare energia al corpo, nell’arco dell’intera giornata.
I carboidrati, infatti, dovrebbero costituire il 50-55% della nostra alimentazione poiché il cervello umano funziona a carboidrati (glucosio).
A meno di indicazioni mediche specifiche, nessuna dieta o stile alimentare dovrebbe privarsi di questo carburante per la mente, che è importantissimo per i bambini e i ragazzi in età di crescita e sviluppo, per gli adulti, sportivi e non, e per gli anziani, che hanno bisogno di energia per le loro attività quotidiane.
A questo proposito, è fondamentale ricordare che le porzioni sono importanti e che per tutti i cereali variano solitamente da 50 a 100 grammi a crudo a testa a seconda dell’età e del fabbisogno della persona che mangia (50-70 g per bambini; 80 g per gli adulti e anziani, che corrispondono circa a 50 penne/fusilli o 4 cucchiai di cerali in chicco; 100 g per ragazzi delle scuole medie e superiori, che sono in fase di sviluppo).
Come va condita la pasta?
Si pensa che la pasta sia più leggera se scondita, ma in assenza di condimento nel nostro organismo si genera un picco glicemico maggiore mettendo in circolo zuccheri e determinando un senso di appetito non appena si termina la digestione.
Fibre o proteine (come delle verdure saltate o un sugo di carne o di pesce o ancora pasta e legumi) massimizzano i benefici della pasta rallentando la digestione degli zuccheri e donandoci un senso di sazietà più a lungo, liberando le energie di cui abbiamo bisogno in maniera graduale.
Per questo motivo, ad esempio, la quantità di pasta consigliata per i diabetici non si discosta molto dalle grammature standard, a patto che venga accompagnata da un condimento ricco di fibre o proteine. Decisamente più dannosi in questo senso lo zucchero raffinato e i carboidrati semplici.
E la pasta integrale?
Contiene naturalmente un po’ più di fibre, effetto nutrizionale con si può però ottenere ugualmente con una pasta classica condita con un po’ di verdure.
Per chi pensa che un piatto di pasta a pranzo rallenta la ripresa del lavoro è bene precisare che non causa una fastidiosa sonnolenza durante il pomeriggio di lavoro.
Nutrizionalmente la pasta non è un alimento difficile da digerire e anzi, si tratta di energia che si libera subito, facilmente spendibile e di grande aiuto per il funzionamento del nostro cervello.
Il senso di pesantezza potrebbe derivare più da un’eccessiva concentrazione di grassi nel condimento che non dall’ingrediente pasta in sé.