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Spreco alimentare: non se ne parla abbastanza

Sanihelp.it – La tematica dello spreco alimentare è stata inserita nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, che include 17 obiettivi.


Fra i 17 punti presenti nel documento, il 12° obiettivo vorrebbe Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo e per farlo  entro il 2030,  bisognerebbe dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite a livello di vendita al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura, comprese le perdite del post-raccolto.

 In occasione della 3ˆ Giornata Internazionale della Consapevolezza sugli Sprechi e le Perdite Alimentari, istituita dalle Nazioni Unite che si è svolta il 29 settembre sono stati diffusi dei dati che non possono non indurre alla riflessione.

Solo nell’ultimo anno, in Italia, secondo Coldiretti sono stati sprecati 67 kg di alimenti per abitante, pari a una distruzione di oltre 4 milioni di tonnellate di prodotti ancora consumabili.

Sprechi e perdite rappresentano un enorme problema in termini di sostenibilità del sistema alimentare: circa un terzo di tutti gli alimenti prodotti nel mondo va perso o sprecato in una qualche fase della filiera alimentare, fra il produttore e il consumatore.

 

Nell'UE ciò corrisponde a circa 87,6 milioni di tonnellate di alimenti l'anno.


Tanto per avere un’idea ancora più chiara secondo il report No Time to Waste dell’associazione Feedback EU, l’Unione europea ha importato nel 2021 quasi 138 milioni di tonnellate di prodotti agricoli (valore: 150 miliardi di euro) e allo stesso tempo ha gettato via 153,5 milioni di tonnellate di cibo.

La quantità di grano sprecato nell’UE, ad esempio, è equivalente a circa la metà delle esportazioni di grano dell’Ucraina.

È la frutta l’alimento più sprecato del pianeta; solo in  Italia si gettano individualmente 30,3 grammi di frutta alla settimana, segue l’insalata con una media di 26,4 grammi pro capite, e il pane fresco con 22,8 grammi.

Peggio che in Italia si fa negli Stati Uniti, con 39,3 grammi di frutta a testa, in  Germania con 35,3 e nel Regno Unito che si attesta su uno spreco settimanale di 33,1 grammi a testa.

In tema di spreco della frutta vanno meglio il Sudafrica (11,6 grammi) o la Francia (25, 8 grammi). Cosa si può fare concretamente per ridurre lo spreco di cibo?

 

Il Centro Tutela Consumatori Utenti (CTCU), a tale proposito consiglia di cercare di fare una spesa su misura ovvero di comprare generi alimentari in base alle proprie necessità

Dopo aver fatto la spesa, è importante riporre subito in frigorifero o nel congelatore gli alimenti refrigerati o congelati, in quanto facilmente deperibili.

Nel frigo e nella dispensa i prodotti con una durata di conservazione più breve vanno collocati davanti, in modo da venire consumati per primi.

Consumare il cibo invece di sprecarlo significa anche conoscere la scadenza; questo significa saper distinguere fra i cibi con data di scadenza certa, indicata con da consumarsi entro, che vanno consumati sempre prima di questa data; e gli alimenti da consumarsi preferibilmente entro, che se non aperti e conservati correttamente, sono ancora commestibili dopo la data di scadenza indicata.

È fondamentale, inoltre, comprare seguendo la stagionalità degli alimenti: il CTCU ricorda a tutti comr frutta e verdura di stagione spesso vengono vendute a prezzi più bassi durante la stagione del raccolto, piuttosto che quando venduta fuori stagione.

Si può infine prevenire un po’ di spreco e risparmiare sui costi riducendo il consumo di carne, dolciumi e cibi pronti.

Non significa affatto fare la fame ma ad esempio mangiare meno carne e dunque comprarne di qualità migliore; oppure usare ingredienti e prodotti freschi, compresi i legumi, invece di piatti molto elaborati e relativamente costosi.

 

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