Sanihelp.it – L’invecchiamento della popolazione costituisce uno dei fenomeni più significativi del 21esimo secolo. E porta con sé una serie di sfide e conseguenze importanti che toccano tutti i settori della società, nessuno escluso. Soprattutto perché non sempre un aumento dell’aspettativa di vita è conseguenza di un buono stato di salute prolungato più a lungo nel tempo.
Più anni alla vita. Senza però aggiungere vita agli anni. La popolazione invecchia soprattutto grazie alle nuove scoperte nel campo della medicina che permettono di rallentare la degenerazione delle malattie croniche. Che però ci sono. E colpiscono una buona percentuale di anziani. «A livello mondiale oltre il 46% delle persone di 60 anni o più ha delle disabilità. Oltre 250 milioni di persone soffrono di disabilità moderate o gravi»: è ciò che si evince dal rapporto 2012 pubblicato dall’UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione) insieme con HelpAge International, e in collaborazione con una ventina di altre organizzazioni internazionali impegnate nell’ambito dell’invecchiamento della popolazione.
E ancora: «Il numero di persone colpite da demenza senile nel mondo è stimato a 35,6 milioni e si ritiene che raddoppierà quasi ogni vent’anni, per arrivare a 65,7 milioni di persone nel 2030». Dati allarmanti se consideriamo la già critica condizione del sistema sanitario nazionale di molti Paesi. Una spesa sanitaria in costante crescita. A gravare sulle spalle dei giovani che sono sempre meno. E sempre più poveri.
Nel nostro Paese per esempio i dati Istat raccolti dal censimento 2011 rivelano che nel corso dell'ultimo decennio, la popolazione di cittadinanza italiana è diminuita di oltre 250 mila individui (-0,5%). L’incremento rilevato del 4,3% rispetto al 2001 è da attribuire infatti esclusivamente alla componente straniera (leggi immigrazione).
Si tratta di un vero e proprio cambiamento demografico che fa paura e deve far riflettere. La percentuale di anziani, che aumenta più velocemente di qualsiasi altro gruppo d’età, porta infatti con sé sfide sociali, economiche e culturali che ognuno di noi può contribuire a superare. A partire da subito, nella vita di tutti i giorni. Promuovendo per esempio uno stile di vita salutare, che ha inizio dalla tavola. Alimentazione bilanciata, ricca innanzitutto di frutta e verdura. «L’invecchiamento è un processo fisiologico inevitabile. I polifenoli (contenuti negli alimenti di origine vegetale) non fermano né tolgono anni. Ma sono considerati antinvecchiamento perché riducono l’infiammazione cronica e aumentano le capacità antiossidanti della cellula.» spiega il prof. Giovanni Scapagnini, medico neuroscienziato impegnato nello studio dei meccanismi di regolazione dell’invecchiamento, soprattutto cerebrale. «Agiscono in maniera preventiva sulle degenerazioni legate all’invecchiamento; rappresentano insomma una sorta di additivo che migliora la capacità di adattamento delle cellule. È questo il loro segreto.»