Stati dolorosi e flogistici di natura reumatica o traumatica delle articolazioni dei muscoli, dei tendini e dei legamenti.
100 g di crema contengono:
Principio attivo: piroxicam 1 g
100 g di crema contengono:
• essenza di menta (0,005 g)
• essenza di pino (0,01 g)
• palmito stearato di etilenglicole e polietilenglicole (20 g)
• gliceridi saturi poliossietilenati (3 g)
• olio di vaselina (3 g)
• butilidrossianisolo (0,05 g)
• metile p-ossibenzoato (0,1 g)
• propile p-ossibenzoato (0,05 g)
• acqua q.b. a 100 g (72,785 g)
Ipersensibilità individuale accertata verso il prodotto.
Terzo trimestre di gravidanza.
Allattamento.
Spalmare un’opportuna quantità di crema sulla parte dolorante massaggiando lentamente fino a completo assorbimento, ripetendo la somministrazione 2-3 o più volte al giorno.
Vedere “Gravidanza e allattamento” - “Interazioni con altri farmaci e altre forme d’interazione”
Tenere fuori dalla portata dei bambini.
In base agli studi di biodisponibilità è estremamente improbabile che il KINSKIDOL crema spiazzi altri farmaci legati alle proteine plasmatiche. Tuttavia i medici dovranno tenere sotto controllo i pazienti trattati con KINSKIDOL crema e farmaci ad alto legame proteico per eventuali aggiustamenti dei dosaggi.
Il piroxicam per uso topico è ben tollerato e non si osservano reazioni indesiderate ad esso attribuibili. L’applicazione di prodotti per uso topico specie se protratta, può dare origine a fenomeni di sensibilizzazione. In presenza di reazioni di ipersensibilità, si dovrà interrompere il trattamento ed istituire una terapia opportuna.
Come per gli altri FANS KINSKIDOL crema non va somministrato in stato di gravidanza accertata o presunta e durante l’allattamento. KINSKIDOL crema inibisce la sintesi e la liberazione delle prostaglandine mediante un effetto sulla prostaglandinbiosintetasi. Questo effetto, come per altri FANS, è stato associato con aumento di frequenza di eventi distocici e di parto protratto in animali gravidi nei quali la somministrazione del farmaco venne effettuata nell’ultimo periodo di gestazione.
Gravidanza
L’inibizione della sintesi di prostaglandine può interessare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale.
Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l’uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiache aumentava da meno dell’1%, fino a circa l’1,5%. È stato ritenuto che il rischio aumenta con la dose e la durata della terapia.
Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post-impianto e di mortalità embione-fetale.
Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico.
Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi di prostaglandine possono esporre
il feto a:
• tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare);
• disfunzione renale, che può progredire in insufficienza renale con oligo-idroamnios;
la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a:
• possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, ed effetto antiaggregante che può occorrere anche a dosi molto basse;
• inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio
Per il KINSKIDOL crema non sono previste speciali precauzioni per la conservazione.