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La vescica è l’organo deputato al raccoglimento dell’urina che viene filtrata dai reni prima di essere eliminata dal corpo. Il tumore della vescica vede trasformarsi malignamente le cellule che compongono l’organo.
Questa neoplasia è in continuo aumento nei Paesi industrializzati e rappresenta circa il 70% delle forme tumorali che interessano l’apparato urinario e circa il 3% di tutti i tumori. Colpisce tre volte più frequentemente gli uomini ed è più comune tra i 60 e i 70 anni. La sopravvivenza a cinque anni supera in Italia il 70% dei casi.
Tra i più comuni fattori di rischio si segnalano: il fumo di sigaretta, l'esposizione cronica alle amine aromatiche e nitrosamine (frequente nei lavoratori dell'industria tessile, dei coloranti, della gomma e del cuoio), l'assunzione di farmaci (come la ciclofosfamide) e l'infezione da parassiti come Bilharzia e Schistosoma haematobium, diffusi in alcuni paesi del Medio Oriente, in particolare in Egitto.
Anche la dieta gioca un ruolo importante: fritture e grassi consumati in grande quantità sono infatti associati a un aumentato rischio di tumore della vescica. Vi sono infine prove a favore di una componente genetica quale fattore di rischio predisponente.
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Il tipo più frequente di tumore della vescica è il cosiddetto carcinoma a cellule di transizione che costituisce circa il 97% dei casi. Gli altri tipi sono l'adenocarcinoma e il carcinoma squamoso primitivo, spesso associato alle infezioni da parassiti. L’adenocarcinoma e il carcinoma squamoso primitivo sono decisamente meno frequenti del carcinoma a cellule di transizione.
Il tumore della vescica si forma più spesso sulle pareti laterali dell'organo. Può assomigliare a una piccola escrescenza e quindi avere forma papillare oppure assumere una forma piatta o nodulare. La forma papillare è la più comune, si ha nel 75% dei casi. La distinzione tra il tumore maligno e il papilloma, che è invece un tumore scarsamente aggressivo, si basa sul numero di strati cellulari di cui è composta l'escrescenza. Un'importante caratteristica di queste ultime forme, sia maligne sia benigne, è la tendenza a recidivare, cioè a riformarsi.
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I sintomi con cui si può presentare il tumore della vescica sono comuni anche ad altre malattie che colpiscono l'apparato urinario. Le manifestazioni più frequenti sono la presenza di sangue nelle urine e la formazione di coaguli, la sensazione di bruciore alla vescica quando si comprime l'addome, la difficoltà e il dolore a urinare, la maggior facilità a contrarre infezioni. Con la progressione della malattia questi disturbi possono diventare importanti.
Il tumore della vescica può diffondere localmente e a distanza per via linfatica, dapprima ai linfonodi e successivamente, attraverso il circolo sanguigno, ai polmoni (24% dei casi), al fegato (21%) e alle ossa (6%). Non sempre il suo comportamento è prevedibile per quanto riguarda le ricadute locali e l'aggressività.
La classificazione del tumore della vescica segue una suddivisione in quattro stadi, che a loro volta si basano sul sistema TNM. Il parametro T descrive la dimensione del tumore primitivo, il parametro N prende in considerazione l'eventuale interessamento dei linfonodi e infine il parametro M fa riferimento alla presenza o all’assenza di metastasi a distanza.
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Non esistono al momento programmi di screening o metodi di diagnosi precoce scientificamente affidabili. Occorre quindi prestare maggiore attenzione a quelle accortezze legate alle abitudini di vita che possono rafforzare la prevenzione, come: l'abolizione del fumo e una dieta sana ed equilibrata.
Le procedure diagnostiche, nel caso vi sia un sospetto di tumore alla vescica, si basano sull'ecografia, sulla radiologia (urografia e TAC), sulla risonanza magnetica e infine sui metodi di tipo endoscopico come la cistoscopia. La cistoscopia consiste nell'introduzione di un tubo a fibre ottiche nella vescica attraverso le vie urinarie e permette di prelevare campioni di tessuto che verranno poi analizzati al microscopio.
Importante è anche la ricerca di cellule tumorali nel campione di urine. Accanto alla TAC, anche la scintigrafia ossea è utile per valutare se il tumore si è esteso oltre la vescica coinvolgendo altri organi.
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La possibilità di trattamento chirurgico di un tumore della vescica comprendono la resezione transuretale, per neoplasie di piccole dimensioni non infiltranti, trattamento spesso risolutivo, e la cistectomia (asportazione dell'organo) parziale o totale, a seconda dello stadio clinico e del tipo di tumore. L'approccio terapeutico oggi prevede interventi combinati, che possono vedere impiegati chirurgia, chemioterapia e radioterapia.
Nel caso di carcinoma in situ inoltre, risulta molto efficace soprattutto per evitare che la malattia si ripresenti, un trattamento locale con il bacillo di Calmette-Guerin (lo stesso che provoca la tubercolosi ma inattivato) che, depositato sulle lesioni direttamente nella vescica, ne provoca l'eliminazione. Nel tumore della vescica in fase avanzata l'approccio terapeutico è di tipo polichemioterapico. Esistono diversi farmaci attivi contro il tumore della vescica, tra questi vi sono: il cisplatino e la gemcitabina, la vinorelbina, le antracicline e i taxani.
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