Sanihelp.it – Con l’arrivo del primo freddo aumenta il numero delle infezioni respiratorie infantili. Si calcola che ogni anno circa il 30% dei bambini italiani, in età pre-scolare, siano colpiti da polmoniti, bronchiti, faringiti, laringiti o tracheiti. La più grave è la bronchiolite che attacca le piccole vie aeree fino ad ostruirle: è la principale causa di ricovero in ospedale per i neonati nel primo anno di vita.
Le conseguenze della malattia sono diverse e si va dal semplice raffreddore a serie complicanze che possono portare anche al ricovero in terapia intensiva. Per questo la Società Italiana per le Malattie Respiratorie Infantili, in occasione del suo 21° congresso nazionale, ha deciso di fornire ai genitori un decalogo della prevenzione.
1. Lavarsi le mani prima di toccare un bimbo: vale soprattutto per i fratellini perché, nella maggioranza dei casi, sono loro a trasmettere i virus e altri agenti patogeni.
2. Se il bimbo ha meno di 6 mesi, non lasciarlo nella stessa stanza con chi soffre di raffreddore o influenza.
3. Evitare il più possibile che il bambino scambi con altri oggetti che possono trasferire germi (cucchiai, tazze, cuscini o coperte).
4. Utilizzare preferibilmente fazzolettini monouso: devono sempre essere buttati nella spazzatura.
5. Non fumare in casa ed evitare che l’esposizione dei giovanissimi al fumo passivo.
6. Non portare il neonato in strade molto trafficate. Se si abita vicino a zone ad alta densità di traffico è preferibile arieggiare la casa nelle ore non di punta.
7. Mantenere una buona igiene domestica senza utilizzare troppi spray o deodoranti: aumentano il rischio di inquinamento indoor.
8. Vaccinare il neonato: grazie all’antinfluenzale è possibile ridurre il rischio d’infezioni.
9. Rivolgersi a un pediatra se i sintomi persistono: è meglio non perdere tempo.
10. Seguire sempre e solo i consigli del proprio medico, no ai rimedi fai-da-te.
«Come per le altre infezioni, anche la bronchiolite è nell’80% dei casi di origine virale – afferma il professor Renato Cutrera, presidente nazionale Simri e direttore dell’Unità operativa di Broncopneumologia all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma -. Esistono alcuni bambini che sono più a rischio di svilupparne una forma grave. I più esposti sono i bimbi nati prematuramente, gli immunodepressi, quelli afflitti da malformazioni polmonari o patologie neuromuscolari che necessitano di ossigenoterapia e i neonati con sindrome di Down».
Per questi malati esiste una profilassi con un anticorpo monoclonale che si è dimostrata efficace nel prevenire la patologia. Viene somministrata per via intramuscolare una volta al mese di solito tra novembre e marzo. «Recentemente l’Agenzia Italiana del Farmaco ha deliberato chi può accedere alla cura: sono stati momentaneamente esentati quelli afflitti da malattie polmonari – aggiunge il professor Giorgio Piacentini, presidente eletto SIMRI e responsabile della Broncopneumologia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona-. La Simri sta cercando di sollecitare le istituzioni sanitarie ad aumentare la platea dei beneficiari della terapia».