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Allattamento: dove c’è vuoto c’è latte

Speciale Allattamento

Sanihelp.it – Si è fatta luce finalmente su due aspetti dell’ allattamento finora poco indagati ma molto importanti per il corretto svolgimento dell’atto nutrizionale del neonato: il meccanismo attraverso il quale il bambino estrae il latte materno dal seno e il ruolo cruciale della posizione del capezzolo nella bocca del piccolo.


Gli studi realizzati dalla dottoressa Donna Geddes con il suo team, lo Human Lactation Research Group della University of Western Australia, hanno permesso di comprendere meglio le modalità di suzione del latte materno da parte del neonato: una sofisticata tecnologia a ultrasuoni ha permesso di dimostrare che il vuoto che il neonato applica quando è attaccato al seno è fondamentale per la fuoriuscita del latte.

In pratica, quando il bambino abbassa la lingua crea un vuoto o una pressione negativa che fa fluire il latte all’interno della sua cavità orale. Se il vuoto intra-orale creato dal neonato è troppo basso, viene estratta solo una piccola quantità di latte. Ciò comporta due conseguenze principali: la prima è che il neonato non riceve nutrimento sufficiente e non riesce ad acquisire peso, la seconda è che diminuisce la produzione di latte da parte della mamma.
L’aspirazione troppo alta può, d’altra parte, da un lato essere positiva per quanto riguarda la quantità di latte aspirata ma dall’altra parte può causare dolore al capezzolo che rappresenta la seconda causa di svezzamento precoce nel neonato. Il dolore che si avverte durante l’allattamento ha infatti un impatto negativo su molti aspetti della vita della mamma, come l’umore e il sonno.

«È essenziale comprendere come il bambino estrae il latte dal seno in modo da mettere a punto degli interventi per mamme e neonati con problemi nell’allattamento – afferma la Geddes – Quando per esempio il vuoto intra-orale è troppo basso, la donna può intensificare il numero di poppate, nonché estrarre il latte dal seno mediante il tiralatte. Nutrire il bambino con latte estratto lo irrobustisce ripristinandone il corretto ritmo di crescita; in questo modo è possibile ridurre la frequenza delle poppate riportandole al livello abituale».

Lo studio getta inoltre nuova luce sul ruolo cruciale del posizionamento del capezzolo all’interno della bocca del neonato. «In passato – continua Donna Geddes – si riteneva che durante l’allattamento il capezzolo fosse situato a livello della giunzione tra palato molle e duro. La nostra ricerca ha dimostrato invece che si posiziona a circa 6 mm da tale giunzione, creando così uno spazio in cui latte può defluire. È inoltre emerso che, anche se possono esistere seni e capezzoli di dimensioni e di forme differenti, la posizione del capezzolo all’interno della bocca del lattante è sempre la stessa».

Questo sottolinea quanto il posizionamento corretto sia fondamentale per garantire un flusso adeguato di latte ed evitare fastidiose irritazioni ai capezzoli.
Qualunque sia la posizione prescelta è importante che sia confortevole per mamma e bambino. Soprattutto nei primi giorni e durante gli allattamenti notturni la posizione sdraiata è molto rilassante: la schiena, le braccia e talvolta anche i piedi della mamma hanno bisogno di essere ben sostenuti. Il bambino è posizionato bene se il suo collo è diritto o leggermente piegato all’indietro, il suo corpo è rivolto verso la mamma (pancia contro pancia). La testa del bambino, le spalle e il corpo devono essere su una linea retta. Il bambino deve essere capace di afferrare il seno senza dovere distendersi o torcersi. Infine è importante non dimenticare mai di portare il bambino al seno e non il seno al bambino.

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