Sanihelp.it – Quando i bambini cominciano a crescere tra i tanti dubbi che nascono c’è anche quello se dare loro o meno dei soldi. In sostanza i genitori si chiedono se sia opportuno stabilire una paghetta settimanale o mensile e nel caso di affermazione positiva quale cifra sia bene lasciare in mano ai figli. Un recente studio pubblicato sugli Annali dell’Istituto Superiore della Sanità ha provato a dare una risposta a questa questione che da sempre preoccupa i genitori. I risultati interessano in primis le mamme e i papà alle prese con il problema ma anche medici di base e pediatri che si trovano a dover supportare i genitori in alcune scelte, indirettamente legate alla salute dei ragazzi.
Le ragioni del sì
Bisogna partire dal fatto che la letteratura scientifica non è unanime nel riconoscere o meno alla paghetta un fattore protettivo verso determinati comportamenti giovanili. Chi difende questa scelta, ritiene che la paghetta rappresenti un modo per responsabilizzare i bambini, educandoli ad un uso corretto dei soldi. Si trattarebbe quindi di un strumento per imnpartire una prima educazione finanziaria, da valutare quindi positivamente.
Le ragioni del no
Dall’altro lato c’è chi invece accusa la paghetta di essere l’esatto opposto, ovvero di dare avvio a una dipendenza dai genitori in materia di denaro. Ma quello che conta è indagare gli effetti che la paghetta può avere sul fronte della salute e del benessere dei più giovani. E qui la questione si fa decisamente più complessa.
Nel contesto specifico della salute, sebbene le evidenze siano comunque limitate, è stato da molti riscontrato un ruolo negativo della paghetta, soprattutto per il fumo di sigaretta, l'abuso di sostanze e il gioco d’azzardo. Per questo un gruppo di studio fa capo all'Istituto Mario Negri di Milano ha voluto approfondire gli effetti di diversi schemi di paghetta su cinque comportamenti a rischio (fumo, consumo di alcolici, binge drinking, ovvero assunzione d’alcol smodata finalizzata all’ubriachezza, uso di droghe, gioco d’azzardo), valutando l’impatto dell’importo delle spese settimanali, della frequenza e dell’entità della fonte di denaro ricevuta. Lo studio si differenzia dai precendenti proprio perché distingue la fonte di denaro che può essere la paghetta fissa oppure una somma data al bisogno.
Nello studio sono stati presi in considerazione 989 studenti di circa 15 anni appartenenti a 67 classi lombarde che hanno fornito informazioni sulla disponibilità di denaro, i cui comportamenti a rischio sono stati valutati attraverso le seguenti 5 diverse domande: »Quanti giorni hai fumato almeno una sigaretta, se mai lo hai fatto, negli ultimi 30 giorni», »Quanti giorni hai bevuto alcol, se mai lo hai fatto, negli ultimi 30 giorni», »Negli ultimi 12 mesi ti è mai capitato di consumare 5 biccheri o più di bevande alcoliche, anche diverse, in un’unica occasione (una serata, una festa, da solo, eccetera)?», »Hai mai fumato cannabis?», e infine »In quante occasioni hai scommesso/giocato del denaro nella tua vita?»
Che cosa è risultato dallo studio
Ecco cosa i ricercatori hanno ricavato dall’analisi dei dati. Gli adolescenti che spendevano più di 10 euro a settimana erano più frequentemente fumatori rispetto a chi spendeva meno di 10 euro. Coloro che ricevevano paghette erano più spesso fumatori mentre non è stata osservata alcuna relazione significativa nel caso di denaro dato solo su richiesta. Inoltre, gli adolescenti che ricevevano meno di 10 euro su richiesta a settimana avevano una minore probabilità di fumare, di fare binge drinkin, e di giocare d'azzardo. Chi aveva a disposizione più di 20 euro settimanali era significativamente più a rischio per binge drinking e gioco d’azzardo.
Inoltre, coloro che ricevevano la paghetta avevano maggiori probabilità di adottare almeno quattro comportamenti a rischio su cinque mentre non è stata trovata una relazione significativa per coloro che ricevevano denaro solo su richiesta. Infine, gli adolescenti che ricevevano meno di 10 euro su richiesta avevano meno probabilità di adottare quattro comportamenti a rischio.
Cosa se ne può dedurre
Nonostante lo studio presenti dei limiti rappresentati ad esempio dal campione limitato preso in analisi, se ne può dedurre che non solo che la paghetta sembra avere un impatto negativo, ma che in particolare la cifra di 10 euro sembra rappresentare la soglia settimanale oltre la quale si registra tale effetto negativo. Per interpretare questo risultato i ricercatori hanno formulato diverse ipotesi. In primo luogo, la richiesta di denaro spesso implica la necessità di chiarire le ragioni alla base di tale richiesta; questo potrebbe spingere i figli a sentirsi più propensi a rispettare l'impegno preso con i genitori e perseguire la richiesta originaria.
In secondo luogo si può ipotizzare il fatto di non avere denaro con regolarità possa indurre gli adolescenti a sentire una maggiore responsabilità nei confronti del denaro richiesto, sentito non come un diritto ma come un modo di far parte della gestione e dell'equilibrio familiare. Altre strategie (come assegnare denaro in base alle faccende domestiche) consentono di avviare discussioni e negoziazioni, fondamentali nel processo di educazione finanziaria, discussioni che l’ottenimento della paghetta non richiede.