Sanihelp.it – Diventare genitore rappresenta un momento di profondo cambiamento nella vita di una persona, che porta con sé una cascata di emozioni intense e spesso contrastanti. Gli equilibri di coppia cambiano e alle gioie si mescolano anche i timori, come la difficoltà di riuscire a conciliare le responsabilità familiari con quelle professionali nel momento del rientro a lavoro.
Dopo aver trascorso mesi ricchi di emozioni insieme al proprio bambino, può essere difficile per un neo genitore affrontare la separazione e il ritorno alla routine lavorativa: questo può generare tristezza, ansia e una sensazione di sopraffazione al solo pensiero delle responsabilità legate al lavoro e alla cura dei figli.
Queste emozioni negative, se sommate ad altre che riguardano fattori fisici, ambientali e psicologici, possono portare alla depressione post parto che colpisce, secondo l’Istituto di Psicologia e Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva e l’Istituto Superiore di Sanità il 10% dei neo genitori nell'arco dei 12 mesi successivi al parto.
«Quando si parla di cause fisiche che possono contribuire allo sviluppo di questa patologia, le donne sono maggiormente svantaggiate poiché subiscono in prima persona una fluttuazione degli ormoni dopo il parto, come la brusca diminuzione dei livelli di estrogeni e progesterone dopo il parto. Inoltre, le sfide legate all’allattamento possono ulteriormente stressare la vulnerabilità emotiva già messa a dura prova» spiega la dottoressa Martina Migliore, psicoterapeuta e Direttrice formazione e sviluppo di Serenis, piattaforma digitale per il benessere mentale e centro medico autorizzato,
«Le cause psicologiche e quelle legate allo stile di vita colpiscono, invece, entrambi i sessi, soprattutto chi ha una storia pregressa di depressione o difficoltà relazionali con il partner, chi manifesta aspettative irrealistiche o pressione sociale oppure si trova in difficoltà nella gestione di più figli, complice la mancanza di sostegno da parte del partner o della famiglia» continua l’esperta.
Sei consigli, per mamme e papà, per affrontare il rientro a lavoro dopo il parto
Consapevoli che è assolutamente normale provare queste emozioni, ma che è anche cruciale essere coscienti dei sintomi della depressione post parto che potrebbero acuirsi durante il rientro alla vecchia routine, Serenis con l’aiuto Della dottoressa Miglioreha individuato alcuni consigli per aiutare i neo genitori a vivere meglio il rientro in ufficio dopo il parto:
Portare pazienza: il ritorno al lavoro può essere un momento emotivamente sfidante in cui è normale provare una vasta gamma di emozioni, tra cui ansia, tristezza, auto svalutazione o senso di colpa. Portare pazienza e focalizzarsi su ciò che si riesce a fare ogni giorno è la chiave fondamentale per vivere al meglio questa importante transizione, mentre saper riconoscere i successi, anche quelli più piccoli, aiuta a trovare la carica per fare di più e meglio.
Essere gentili con se stessi: durante il periodo trascorso a casa è possibile che siano cambiate le proprie priorità professionali, portando, ad esempio, a decidere di non tornare al lavoro dopo la maternità. Questa scelta può essere dovuta al desiderio di concentrarsi sui figli, alla necessità di esplorare nuove opportunità di carriera o di vita oppure a esigenze di salute insorte in seguito alla gravidanza o al parto. In tutti i casi è fondamentale evitare di essere troppo duri con sé stessi e valutare le decisioni con accondiscendenza, riconoscendo che non esiste una scelta giusta o sbagliata ma solo quella che fa stare meglio.
Stabilire le priorità: al rientro in ufficio è normale sentirsi sommersi dalle attività e in difficoltà a riprendere il ritmo, questo può provocare frustrazione e abbattimento. Per organizzare al meglio il lavoro in questa circostanza, è fondamentale ragionare per priorità, pianificando e dando precedenza alle attività più urgenti nella routine lavorativa. Una buona organizzazione in questo senso può ridurre lo stress e aiutare a gestire meglio il tempo a disposizione.
Informarsi sulle convenzioni dell’azienda e comunicare con il datore di lavoro e i colleghi: al proprio rientro, è consigliabile informarsi sul tipo di supporto offerto dall'azienda e sulle eventuali convenzioni, oppure proporre di aderire a programmi specifici legati, ad esempio, al benessere mentale. Inoltre, poter discutere apertamente con il proprio datore di lavoro della possibilità di godere di orari flessibili o di lavorare da casa, se fattibile, e confrontarsi con i colleghi comunicando con onestà le proprie esigenze per non sentirsi sovraccaricati dalle richieste e dalle attività, permette di affrontare il rientro in modo graduale e con più tranquillità.
Mettere da parte i sensi di colpa: nei momenti in cui si è lontano da casa, alcuni genitori possono sentirsi colpevoli di non godersi pienamente ogni momento della crescita del proprio figlio. Sebbene siano sensazioni normali, è bene cercare di mettere da parte questi sensi di colpa poiché, ora che le esigenze sono cambiate, è necessario sapersi adattare ai nuovi ritmi, senza vergognarsi di chiedere aiuto a una persona affidabile che possa fare le proprie veci quando si è a lavoro.
Delegare le responsabilità: accettare il supporto degli altri, costruire una rete di supporto composta da amici, familiari o colleghi, trovare servizi di assistenza all’infanzia di fiducia sono delle modalità per ricevere un supporto fondamentale nelle prime fasi di rientro. Poiché è impossibile fare tutto da soli, delegare e condividere le esperienze può aiutare a sentirsi meno soli e a ricevere consigli pratici che possono arginare problemi all’apparenza insormontabili.
«La genitorialità è uno dei momenti più significativi e trasformatori nella vita di una persona. Questa esperienza porta con sé gioia, speranza e un amore profondo, ma può anche comportare sfide significative, specialmente se si è impegnati nel mondo del lavoro» spiega Migliore. «La necessità di bilanciare le responsabilità familiari con quelle professionali è una realtà che molti genitori affrontano quotidianamente, siano essi mamme o papà. Riconoscere le sfide e le scelte legate a questo equilibrio è essenziale per promuovere il benessere dei neo genitori e delle loro famiglie» continua l’esperta.
«Per questo motivo, oltre che del singolo, è importante per le aziende in primis riconoscere l’importanza di questa fase della vita per programmare azioni concrete che possano rendere più semplice e sereno possibile il rientro, attraverso ad esempio un aiuto psicologico, da cui ne può giovare il benessere dei propri lavoratori e, di conseguenza, anche il rendimento a lavoro» conclude Migliore.