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Nemico del sole? È in arrivo un farmaco pigmentante

Sanihelp.it – Non potere uscire di casa quando c’è il sole e aspettare come un incubo l’arrivo dell’estate: in questo modo vivono le persone affette da Protoporfiria Eritropoietica (EPP) , una malattia rara nemica della luce del sole.
Poi, finalmente, fare passeggiate, andare in bicicletta, andare al mare: sono le esperienze raccontate dai pazienti che hanno sperimentato un nuovo modo di vivere grazie all’uso dell’afamelanotide, un farmaco da poco disponibile in Italia grazie al Centro Porfirie dell’Istituto San Gallicano di Roma.


Fino a oggi la gestione della fotosensibilità di questi pazienti era affidata esclusivamente all’uso di creme solari schermanti, all’assunzione di betacarotene, oltre che all'adozione di misure preventive quali evitare l’esposizione ai raggi solari e usare indumenti adeguati, con risultati comunque insoddisfacenti.

Il Centro Porfirie dell’Istituto San Gallicano ha partecipato lo scorso anno a una sperimentazione internazionale di fase III del farmaco afamelanotide, un analogo sintetico dell’ormone alfa MSH, in soggetti affetti da Protoporfiria Eritropoietica e ha ottenuto la distribuzione a carico del SSN in attesa della commercializzazione in Europa.
I risultati della sperimentazione, da poco conclusasi, sono stati assolutamente positivi: l’aumento della tolleranza ai raggi solari riportato dai pazienti nel corso dello studio è risultato notevole e non sono stati registrati eventi avversi.

Per tale ragione, il Centro Porfirie ha immediatamente presentato domanda all’ Agenzia Italiana per il Farmaco (AIFA) affinché l’afamelanotide potesse essere inserito in una lista di farmaci distribuiti a carico del Sistema Sanitario Nazionale ancor prima della sua commercializzazione in Europa, ottenendo rapidamente parere favorevole dalla commissione consultiva tecnico-scientifica.

L’afamelanotide è un farmaco pigmentante e un potente antinfiammatorio, in grado di prevenire i danni delle patologie fotoindotte. Viene somministrato nei pazienti affetti da Protoporfiria Eritropoietica ogni 60 giorni attraverso un impianto sottocutaneo bioriassorbibile. Il farmaco provoca un aumento della densità della melanina, riducendo il numero e la severità delle reazioni fototossiche e dando la possibilità al soggetto di aumentare il tempo di esposizione al sole e/o all’aperto. Il farmaco è ben tollerato e non nocivo.

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