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Varietà di miele: un fiore o tanti fiori?

Speciale Miele

Sanihelp.itI mieli presentano evidenti differenze conseguenti alla diversa origine botanica. Si parla di miele uniflorale quando questo proviene principalmente da un’unica origine botanica e ha precise caratteristiche di composizione, organolettiche e microscopiche. In altre parole per potersi considerare uniflorale un miele deve essere riconoscibile dal punto di vista delle analisi di laboratorio e soprattutto per le caratteristiche di aspetto, profumo e gusto.


È piuttosto diffusa l’abitudine di attribuire a ogni miele uniflorale, soprattutto a quelli provenienti da piante officinali, un uso terapeutico: anche se è probabile che i mieli derivati da queste piante contengano, in piccole quantità, gli stessi principi presenti nei fiori, questo, per il momento, non è ancora stato dimostrato.

Di mieli uniflorali ce ne sono davvero tanti. Quelli più delicati, dal sapore fruttato o floreale, che vanno bene per tutti, sono: acacia, agrumi, girasole, lavanda, leguminose, rododendro e sulla. Quelli più forti, dal gusto particolare o amaro, riservati agli intenditori, sono: castagno, corbezzolo, erica, eucalipto, melata d’abete, melata di metcalfa, tarassaco, tiglio e timo. Ce ne sono poi altri: alianto, ciliegio, cipolla, colza, edera, erba medica, lampone, lupinella, melo e rovo.

Tutti i mieli che in genere non possono essere definiti uniflorali sono millefiori. Non esiste un’unica categoria di millefiori, ma tante quante sono le possibili combinazioni di piante. Ogni millefiori possiede proprie caratteristiche che si ripetono di anno in anno con variazioni più o meno importanti, ma che non nascondono la base: il paragone con le annate del vino è il più appropriato.

A volte i mieli millefiori sono caratterizzati da una presenza botanica che prevale e che costituisce il nucleo del miele, ma che è accompagnata da una costante flora concomitante che ne costituisce la specificità, e nello stesso tempo non permette la denominazione di miele uniflorale. Per esempio, il miele dell’Emilia Romagna a base di erba medica.
In altri casi due fioriture in grado di dare anche raccolti separati si sovrappongono: molto comune, in tutto l’arco alpino, il miele misto di castagno e tiglio. Altre volte le componenti del miele sono davvero mille, come capita per il prodotto delle fioriture di alta montagna o come certi mieli primaverili della macchia mediterranea.

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