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Orticaria: il prurito condiziona la vita, novità nelle cure

Sanihelp.it – Diversi sono gli individui, uomini e donne, affetti da orticaria cronica che hanno raccontato la propria storia grazie al progetto Convivere con l’orticaria cronica, realizzato dalla Fondazione ISTUD.


Dal progetto è emerso che dei 190 individui malati presi in considerazione (45% del Nord, 28% del Centro, 24% del Sud), il 71% è costituito da donne, con un’età media di 47 anni, che vivono mediamente con orticaria cronica da 7 anni. Di questi il 95% convive con l’orticaria cronica spontanea.

L’83% dei casi ritiene insoddisfacente il percorso di cura, il 75% dichiara di essere stato visitato da tre o più medici, prima della diagnosi definitiva. Il 15% ha superato i 10 medici consultati. I malati hanno riportato stress e fatica, ma il sentimento dominante, che raggiunge il 92%, è la rabbia. La malattia influenza negativamente anche i rapporti: solo il 17% ha trovato sostegno all’interno della famiglia e le interazioni con il mondo esterno sono guidate per lo più da vergogna (63%).

Per aumentare la consapevolezza dell’opinione pubblica quest’anno FederAsma e Allergie Onlus ha scelto come claim della giornata: Prurito? E se fosse orticaria?. Il prurito infatti è il sintomo principale, ma si possono manifestare anche disturbi del sonno, stanchezza, perdita di energia.

Il consiglio è quello di ottenere una diagnosi tempestiva, rivolgendosi a uno specialista: l’allergologo o il dermatologo. Nel 2009 sono state redatte le Linee guida sull’orticaria grazie a un panel delle maggiori società scientifiche di allergologia e dermatologia.

L’orticaria cronica spontanea, in particolare, è una forma imprevedibile e debilitante caratterizzata da prurito cronico e pomfi. Presenta una insorgenza spontanea e una durata di oltre 6 settimane. Può essere associata a gonfiore degli strati più profondi della pelle: in questo caso si parla di angioedema. Nella maggior parte dei casi ha una durata da 1 a 5 anni, ma può anche protrarsi per decenni. Le donne hanno il doppio di probabilità di sviluppare la malattia. I sintomi sono imprevedibili e la ricerca delle cause sottostanti indica il ruolo del sistema immunitario, con possibili fattori aggravanti quali stress, stanchezza e presenza di infezioni.

Da oggi i malati possono però contare su un nuovo trattamento. Si tratta di omalizumab, che legandosi alle immunoglobuline E è in grado di ridurre le reazioni cutanee indotte da istamina e di migliorare prurito, pomfi e qualità della vita. 

Novartis ha messo a punto l’App Orticaria che permette di tenere traccia dei sintomi dell’orticaria cronica spontanea: registra l’intensità del prurito e il numero di pomfi, la presenza di angioedema e l’impatto sulla qualità di vita. Inoltre ha avviato il Progetto centri orticaria cronica spontanea con cui si propone di raccogliere e rendere disponibili una lista precisa di centri esperti nella gestione e nel trattamento. 

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