Sanihelp.it – Importanti passi in avanti nella cura riabilitativa di individui affetti da sordità, che, secondo le stime dell'Ocse, rappresentano circa il 10% della popolazione e quasi il 40% degli over 65.
La novità arriva proprio dall'Italia, dove le persone affette da ipoacusia sono oltre 7 milioni, e consiste in una metodologia adattabile a tutti gli apparecchi acustici di ultima generazione e sviluppato da un team di ricercatori italiani.
A differenza dei sistemi utilizzati fino a oggi, il protocollo non si basa sui test uditivi standard (esame audiometrico tonale), nei quali si misura la capacità uditiva attraverso la somministrazione di singoli toni puri in cuffia per alcune singole frequenze principali e, talvolta, per alcune intermedie. Ma valuta la reale gravità della perdita uditiva prendendo in considerazione tutte le frequenze, comprese le quelle singole solitamente non misurate, ma percepibili da un orecchio sano. In questo modo è possibile individuare quali frequenze causano il problema uditivo, per poi realizzare il miglior bilanciamento uditivo ancora praticabile per l'orecchio trattato.
Il protocollo valuta l'entità del deficit attraverso 5 step: regolazione degli apparecchi acustici attraverso una procedura di preimpostazione dei parametri di amplificazione, calibrazione e poi ottimizzazione della soglia soggettiva, eseguita durante due successivi appuntamenti, definizione del bilanciamento volume generale (vengono ottimizzati i livelli di soglia minima e massima dell'intero campo di udibilità realizzato per ciascun orecchio e in questo contesto viene anche ottimizzato il bilanciamento del volume generale di ascolto percepito tra i due orecchi), e infine equocentro percettivo, cioè conquista della migliore nuova soglia uditiva raggiungibile dall'orecchio, utile al recupero della sua migliore capacità uditiva possibile.
Il nuovo protocollo consente, inoltre, di apportare ulteriori correzioni allo schema impostato, consentendo di modificarlo di pari passo con il progredire della malattia o per adeguarsi alle naturali variazioni prodotte dalla evoluzione peggiorativa della ipoacusia dell'individuo, che influisce anche sull'assetto uditivo dell'orecchio interno.
Questo protocollo permette di superare il sistema tradizionale, che non garantiva di poter udire le voci, i suoni e i rumori in modo sufficientemente riequilibrato. Tale limitazione, oltre a creare difficoltà comunicative, rappresenta un limite invalidante in alcune professioni, ma, ancora di più, non garantisce al soggetto ipoacusico di riuscire a raggiungere il miglior recupero uditivo necessario per il ripristino della sua migliore chiarezza uditiva possibile soprattutto nell'ascolto uditivo in particolari condizioni, come durante l'ascolto di una sinfonia o a uno spettacolo teatrale, al cinema o alla tv.