Sanihelp.it – Un individuo con colon irritabile su 10 soffre di depressione a e 4 su 10 sono colpiti da ansia: lo mostrano i primi dati di uno studio della Associazione Italiana dei Gastroenterologi ed endoscopisti digestivi Ospedalieri su oltre 500 persone affette da questa sindrome e in cura presso 26 centri Aigo.
Si conferma, quindi, quanto questa malattia abbia gravi ripercussioni sulla qualità di vita delle persone affette. Inoltre, emerge come ad ammalarsi di sindrome di colon irritabile siano in prevalenza donne, il 73%, con un’età media di circa 40 anni.
Si dovrebbe presumere che chi è già in terapia dovrebbe avere una qualità di vita migliore ma purtroppo non è così: infatti dallo studio di Aigo non emergono tra queste due categorie differenze di rilievo circa il modo in cui ogni malato valuta la sua situazione. Ciò indica che le terapie oggi disponibili non sono soddisfacenti perché non riescono a ridurre le loro difficoltà, controllando i sintomi della malattia.
Oltre la metà dei malati segnala che la sindrome li condiziona, obbligandoli a cambiamenti di abitudini sia nella vita privata sia in quella lavorativa e relazionale.
Per misurare l’intensità dei sintomi, i ricercatori hanno chiesto ai pazienti di indicare le difficoltà che provano utilizzando una scala visuale. Emerge quanto la patologia sia grave poiché in media i malati hanno valutato il livello del loro dolore con una intensità pari a circa 5/10 e una percezione del gofiore intestinale di poco superiore (5.5/10).
Gli alimenti in grado di peggiorare la situazione non sono comuni a tutti i pazienti (i più comuni sono latte, dolcificanti, frutta, in particolare pesche, pere e prugne, verdura come cavoli, carciofi, spinaci, cipolla, rucola, cetrioli, sedano, spezie, tè e caffè, bibite gassate e con caffeina) ed è quindi necessario per il malato effettuare un lavoro di inserimento o esclusione di cibi dalla dieta per rilevare quelli effettivamente causa di reazioni.
Altri consigli utili: mangiare a orari regolari e senza fretta, evacuare sempre alla stessa ora (preferibile al mattino dopo la colazione, quando interviene un riflesso fisiologico), praticare una moderata ma costante attività fisica, evitare l’uso eccessivo di farmaci, lassativi in particolare, evitare alcolici e cibi troppo speziati.