Sanihelp.it – Il peso economico per le cure dentali è insostenibile per molti italiani, che hanno ridotto la frequenza di fruizione della prestazione: solo il 51% di un campione di intervistati ha fatto una visita di controllo in un anno e solo il 36% fa una pulizia dei denti almeno una volta all'anno.
Tra le cause sicuramente gli alti costi: se nel 2011 era il 38% del campione a limitare le visite per ragioni economiche, oggi la fotografia scattata da Altroconsumo in 145 studi dentistici di 6 città (Milano, Roma, Torino, Napoli, Bologna, Bari) e l’assenza della copertura omogenea su tutto il territorio e per tutte le fasce d’età da parte della sanità pubblica porta la gran parte degli italiani a stare lontano dagli studi specialistici.
L’organizzazione di consumatori ha verificato il prezzo di un pacchetto di 7 prestazioni odontoiatriche frequenti (prima visita, pulizia dei denti, otturazione, devitalizzazione, corona, ponte e impianto). Bologna la città più cara (in media il 21% in più), Napoli la più conveniente.
Le ampie forchette di prezzo, anche nella stessa città, dimostrano che vale la pena chiedere più preventivi, poiché la maggior parte dei dentisti non fa pagare la prima visita. Il modo migliore per risparmiare è comunque fare visite di controllo in modo da evitare di doversi sottoporre a lavori più complessi, invasivi e costosi.
L’odontoiatria nel pubblico offre un servizio a macchia di leopardo e non sempre accessibile a tutti i cittadini: per alleviare concretamente il peso economico delle cure dentarie bisognerebbe aumentare sensibilmente la quota detraibile delle spese odontoiatriche: per almeno il doppio di quanto previsto oggi (il 19%).
Le catene in franchising non fanno mai pagare la prima visita e sono molto competitive per le prestazioni di base, come pulizia dei denti o otturazione. Per le prestazioni più complesse tendono a riallinearsi sui livelli di prezzo degli studi tradizionali. Le cliniche universitarie sono in media molto più care.
Dal 2001 lo Stato ha limitato l’assistenza odontoiatrica alle fasce più deboli della popolazione, lasciando alle regioni la realizzazione dei livelli minimi d’assistenza (Lea). Dopo 12 anni il nostro Paese vede Regioni che impegnano proprie risorse per garantire prestazioni più ampie (in Friuli Venezia Giulia gli ospedali riuniti di Trieste garantiscono a tutti i cittadini diverse cure dentali in regime di Ssn), altre dove si fa fatica a garantire il minimo.
Altroconsumo consiglia di contattare la Asl di riferimento per capire come funzioni nella propria regione, a quali prestazioni poter accedere e a quali costi.