Sanihelp.it – Secondo le statistiche almeno quindici milioni gli italiani (una persona su quattro) soffrono di dispepsia, ossia di quei piccoli disturbi, sintomi di una lenta o incompleta digestione, che vanno da un vago senso di pesantezza alla sonnolenza, dall’alitosi fino a una lieve nausea, associati, non raramente, a sonnolenza, mal di testa, irritabilità e diminuzione delle prestazioni intellettive come l’attenzione, la concentrazione, la memoria. E, stando a recenti studi condotti non solo in Italia ma anche in Gran Bretagna, Norvegia e Stati Uniti, la comunità dei dispeptici oscilla tra il 20% e il 40% della popolazione.
Molte e diverse possono essere le cause di una cattiva digestione: un’alimentazione scorretta, l’abuso di alcol, una cattiva o insufficiente masticazione, il rapido aumento o diminuzione della temperatura subito dopo un pasto, lo stress o emozioni particolarmente forti.
Osservare periodicamente un giorno o due di dieta light per sgonfiarsi non è sufficiente. «Chi soffre di dispepsia dovrebbe seguire una dieta che riduca la secrezione acida dello stomaco ed eviti un’eccessiva distensione meccanica della parete gastrica. Bisognerebbe dunque limitare alimenti come pane con mollica, legumi, formaggi fermentati, insaccati, fritti, frutta secca e superalcolici – afferma la dottoressa Lydia Soletti, specializzata in Chirurgia dell’Apparato Digerente ed Endoscopia Digestiva – È utile poi fare attenzione ad alcuni comportamenti a tavola: masticare lentamente, evitare pasti troppo distanziati, utilizzare tecniche di cottura leggere, mettere poco condimento a fine cottura ed evitare sbalzi di temperatura mentre si pranza».