Sanihelp.it – Un nuovo metodo di indagine diagnostica per immagini ha rivelato che spesso l’attacco cardiaco è silente, ovvero danneggia il tessuto cardiaco senza produrre sintomi di sorta; una simile evenienza produce una maggiore mortalità rispetto ad un attacco cardiaco con sintomi: questo sostiene uno studio condotto presso la Duke University nel North Carolina e pubblicato sulla rivista Public Library of Science journal PloS Medicine.
I ricercatori hanno utilizzato questa nuova tecnica diagnbostica su 185 pazienti affetti da patologie coronariche, ma che fino al momento dell’inclusione nello studio non avevano mai patito un attacco cardiaco.
I pazienti che hanno subito un attacco cardiaco silente nei 2 anni del follow-up corrono un rischio 17 volte superiore, rispetto agli altri pazienti inclusi nello studio di morire per cause cardiovascolari, mentre la loro probabilità di morire, in generale, sempre rispetto ai pazienti dello stesso studio che non hanno avuto attacco cardiaco silente è maggiorata di 11 volte.
Poter scoprire se il cuore ha subito una lesione pur non avendo avuto un attacco cardiaco con sintomi può migliorare significativamente la gestione delle patologie cardiovascolari.