Sanihelp.it – L’American Journal of Epidemiology pubblica questa settimana una ricerca italiana che propone un modello di prevenzione all’interno del nucleo familiare. La saggezza popolare ci ha sempre detto che marito e moglie, dopo tanti anni vissuti assieme, finiscono per assomigliarsi, e oggi la scienza conferma che questo accade anche nei fattori di rischio per le malattie cardiovascolari. E si apre una nuova prospettiva per la prevenzione: curare la coppia e la famiglia anziché le singole persone.
Questi sono i risultati di uno studio condotto dal Laboratorio di Epidemiologia Genetica e Ambientale dei Laboratori di Ricerca dell’Università Cattolica di Campobasso. I ricercatori hanno preso in esame 70 ricerche scientifiche condotte negli ultimi anni in tutto il mondo e le hanno aggregate. In questo modo è stato possibile esaminare i dati su oltre centomila coppie. I risultati hanno permesso di osservare come i maggiori fattori di rischio per le malattie cardiovascolari siano effettivamente correlati tra i due componenti di una coppia.
Le malattie cardiovascolari infatti non hanno una causa unica, ma sono dovute a molti fattori diversi. Alcuni sono genetici, scritti nel DNA e quindi impossibili da modificare. Altri sono ambientali: l’abitudine al fumo, l’alimentazione, l’attività fisica, per citarne alcuni. Due persone sposate non hanno legami genetici, ma finiscono invece per condividere gli stessi stili di vita. Questi studi chiariscono che esiste una correlazione tra i due membri di una coppia per i più importanti fattori di rischio, come l’indice di massa corporea, un dato logico se consideriamo che condividono la stessa cucina. Oppure il fumo, un’abitudine che spesso i due sposi condividono. Ma anche la pressione sanguigna, il colesterolo, i trigliceridi, sono tutti elementi correlati.
Ma quelle correlazioni sono veramente dovute alla vita in comune? Oppure le persone tendono a scegliere partner con le loro stesse abitudini? La ricerca ha permesso di dimostrare che effettivamente esiste una certa influenza delle proprie abitudini nella scelta iniziale del partner. Però queste influenze iniziali non spiegano tutto quello osservato. In altre parole, le abitudini che si acquisiscono con la vita in comune esercitano un effetto misurabile e reale, al di là delle somiglianze iniziali.
La correlazione dei fattori di rischio tra i due componenti di una coppia può avere importanti ripercussioni sul piano della prevenzione. Migliorare l’alimentazione, usare meno sale, aumentare l’attività fisica, smettere di fumare, sono tutte decisioni che vengono meglio se prese in due. Studi condotti in precedenza hanno dimostrato che se si interviene su una persona riuscendo a farle cambiare stile di vita, anche il suo partner ne trarrà benefici. Se il medico saprà trattare e consigliare tutti i componenti della famiglia, i vantaggi verranno moltiplicati. E non solo per i pazienti, ma anche per il Sistema sanitario nazionale.