Sanihelp.it – Troppa chimica negli indumenti per bimbi: tre pigiamini su quindici, sottoposti a test di laboratorio da Altroconsumo, associazione indipendente di consumatori, sono risultati positivi a sostanze chimiche nocive per la salute sul lungo periodo. In due dei capi riscontrate quantità eccessive di ftalati, sostanze già bandite nella produzione di prodotti destinati all’infanzia; in uno trovato un colorante cancerogeno, il cui uso è da tempo limitato da una Direttiva europea.
Anche Spagna e Belgio hanno riscontrato problemi simili.
I pigiamini sottoposti a test sono stati scelti tra i più comuni, prevalentemente destinati ai bimbi da zero a due-tre anni, venduti nella grande distribuzione, nei negozi per l’infanzia, in catene d’abbigliamento e di intimo. Pur non essendoci danni immediati ma potenziali rischi per la salute, non utilizzare tali sostanze, che possono migrare dal tessuto all’organismo per intensa sudorazione, inalazione o succhiando l’indumento, dovrebbe essere una precauzione necessaria.
L’industria tessile utilizza massicciamente sostanza nocive e per questo è considerata una delle più inquinanti. Detergenti, coloranti e fissanti lasciano le proprie tracce sui tessuti. Nonostante la delicatezza del problema non esiste in Italia nessuna legge che imponga regole severe ai produttori. Molte sostanze tossiche potrebbero essere sostituite con altre più sicure per la salute. La riprova: sul mercato e dal test di Altroconsumo emergono prodotti sicuri, senza alcuna traccia di sostanze pericolose.
Il luogo comune associa il rischio del pericolo al luogo di provenienza del capo: la realtà è più variegata e il Made in… non è di per sé sinonimo di garanzia e sicurezza per il consumatore.
Da Altroconsumo, due consigli per trattare i capi e prendere precauzioni: lavare sempre il capo prima dell’uso (elimina l’eventuale formaldeide presente) ed evitare di acquistare pigiamini o magliette con stampe plastificate e di colore scuro, dove le sostanza nocive sono più frequentemente rintracciabili.
In seguito alle segnalazioni, le aziende coinvolte nella produzione dei capi risultati positivi ai test hanno deciso di ritirare i loro prodotti dal mercato.