Sanihelp.it – Un aumento del 50% del rischio di cancro allo stomaco è associato a una variante polimorfica del gene metilenetetraidrofolato reduttasi (MTHFR), un gene variante in oltre il 50% della popolazione italiana.
Il risultato è stato pubblicato sull’American Journal of Epidemiology ed è basato su una analisi che include tutti i lavori pubblicati in letteratura a opera di un gruppo internazionale coordinato da Stefania Boccia, ricercatore dell’Istituto di Igiene dell’Università Cattolica di Roma diretto da Walter Ricciardi.
L’adenocarcinoma gastrico rappresenta il quarto tumore più frequente nel mondo: in Europa nel 2004 sono stati diagnosticati 170 mila nuovi casi (con un numero di decessi pari a 140 mila), mentre in Italia questo tipo di cancro ha un’incidenza di 15 casi ogni 100 mila abitanti.
L’assenza di studi epidemiologici prospettici è la causa della sinora scarsa o contrastante evidenza sul ruolo protettivo rappresentato dall’acido folico nella prevenzione di questo tipo di carcinoma.
Stefania Boccia, che coordina l’Unità di Epidemiologia Genetica e Biologia Molecolare dell’Istituto di Igiene dell’ateneo del Sacro Cuore, ha dunque ideato un nuovo approccio al problema: per determinare il rischio di carcinoma gastrico ha studiato direttamente l’effetto di una variante genetica, la cui presenza determina bassi livelli di folati sierici.
La ricerca è stata svolta in collaborazione con l’International Agency of Research on Cancer e con l’Università di Pittsburgh. Per ottenere i risultati conseguiti, sono stati raccolti i dati individuali di tutti gli studi pubblicati in letteratura riguardo all’associazione tra MTHFR e il cancro gastrico.
Tra questi, uno studio coordinato dalla stessa ricercatrice della Cattolica condotto nel periodo 2002-2007 e pubblicato sulla rivista Biomarkers nel 2007.
«Combinando insieme i dati di oltre 1500 casi e di 2500 controlli è stato definitivamente confermato il ruolo della variante sfavorevole dell’enzima MTHFR nella suscettibilità genetica al cancro gastrico», ha spiegato Boccia.
I ricercatori hanno anche dimostrato che i soggetti portatori di questa variante genetica presentano un rischio di cancro gastrico più che raddoppiato, ovvero di oltre il 100%, se la loro dieta è contemporaneamente povera di folati. Ma non basta.
Lo studio appena pubblicato costituisce la base per valutare un eventuale programma di screening genetico in popolazioni ad alto rischio di cancro allo stomaco, con l’obiettivo di mettere a punto programmi di prevenzione individuali basati sulla somministrazioni di folati a coloro i quali sono portatori della variante genetica sfavorevole.