Sanihelp.it – Moncalieri (To), 28 gennaio. Benito Biscuola, 69 anni, ha un infarto mentre si trova sul pullman che accompagna un gruppo di anziani in gita a Sanremo. Inutile la corsa dell’autista al Pronto Soccorso dell’ospedale Santa Croce di Moncalieri: a pochi metri dall’ingresso, il mezzo viene bloccato da una salita, e i medici fanno sapere che non possono uscire dall’ospedale per raggiungerlo. Nonostante si trattasse di soli 300 metri, l’ambulanza arriva solo 29 minuti dopo, quando l’uomo è già morto.
Vibo Valentia, 26 gennaio. Federica Monteleone, una liceale di 16 anni, muore dopo sette giorni di coma a causa di un black-out elettrico di 12 minuti, avvenuto mentre la giovane era in sala operatoria per un banale intervento chirurgico di appendicectomia.
Brindisi, 23 gennaio. Luigi Latino, un finanziere di 46 anni, muore durante una risonanza magnetica nella clinica Salus di Brindisi, poco dopo l’iniezione del liquido di contrasto. In attesa degli esiti dell’autopsia, il radiologo incaricato di svolgere l’esame è stato iscritto nel registro degli indagati del Tribunale di Brindisi.
Corigliano (Cs), 22 gennaio. Una neonata muore per un’insufficienza respiratoria acuta durante il trasporto in ambulanza all’ospedale di Cosenza. La piccola era stata ricoverata all’ospedale di Corigliano per problemi respiratori: ora i carabinieri hanno provveduto a sequestrare la cartella clinica per accertare le responsabilità del fatto.
Palermo, 21 gennaio. Una donna di 79 anni, Rosaria Merendino, muore dopo cinque giorni in stato di coma provocato da un’iniezione di Eparina, un farmaco che serve a rendere più fluido il sangue. L’anziana era stata ricoverata nel Policlinico cittadino in seguito a una frattura all’anca: per la sua morte sono indagati quarantotto fra medici e infermieri, con l’ipotesi di reato di omicidio colposo.
Questi sono solo gli ultimi casi registrati dalla cronaca per quanto riguarda i danni ai pazienti causati da errori medici e malasanità, ma l’elenco, purtroppo, potrebbe essere lunghissimo.
Non si tratta solo di eventi eclatanti e drammatici come quelli riportati, ma anche di problemi legati a errori nella pratica clinica, a inadempienze del personale medico, a malfunzionamento o scarse condizioni igieniche delle strutture o anche semplicemente alla maleducazione del personale ospedaliero.
Qual è la strada da percorrere per far valere i propri diritti di paziente di fronte a queste ingiustizie? A chi rivolgersi per far sentire la propria voce o chiedere aiuto?
Ecco le possibili strade percorribili:
L’Urp per le segnalazioni all’ospedale
Le associazioni a difesa dei pazienti
Giustizia penale o giustizia civile?