Sanihelp.it – Secondo recenti statistiche in Italia il consumo medio giornaliero di sale è pari a 10 grammi di cui il 75% proviene dai prodotti acquistati nei negozi come pane, prodotti da forno, prodotti caseari e salumi.
Quantità molto superiori alle indicazioni stabilite dai nuovi Livelli di assunzione di riferimento di nutrienti ed energia per la popolazione italiana (Larn) che sottolineano come dimezzare l’assunzione di sale da 10 a 5 grammi al giorno riduca del 23% il rischio di ictus e del 17% il rischio di malattie cardiache.
In occasione della Settimana mondiale sulla riduzione del consumo di sale promossa dal World Action on Salt and Health, l'Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica propone una serie di consigli per orientarsi nella cottura dei cibi e nella scelta dei prodotti.
Fondamentale leggere bene le etichette e preferire i prodotti che contengano una quantità di sale inferiore a 0,3 grammi per 100 g. Scegliere prodotti freschi piuttosto che confezionati è una regola importante, in quanto il sale presente nei cibi freschi è molto inferiore, circa 10%. Per esempio: 100 g di un sugo alla norma pronto possono contenere circa 1,5g di sale, mentre lo stesso sugo fatto con prodotti freschi può avere un contenuto di sale di 0,25 g.
L’insalata di riso, in cui normalmente si usano ingredienti sott’olio o sott’aceto come carciofini, giardiniera, capperi, olive ha un apporto di sale medio di 3,5g. Utilizzando verdure fresche si riduce già di 1,5 g. Altri alimenti usati frequentemente in scatola sono i legumi: 100g di fagioli borlotti sgocciolati contengono circa 0,8/1g di sale, a differenza dei fagioli secchi che ne contengono solo 0,0025 g. Attenzione, infine, alla salsa di soia: in 100 g vi sono circa 14 g di sale, sta diventando sempre più di uso quotidiano, in sostituzione di olio e sale.
Gli esperti raccomandano per il dosaggio di utilizzare il cucchiaio da minestra, meglio se da caffè, come unità di misura. Il momento migliore per aggiungere il sale nell’acqua di cottura della pasta è nel momento dell’ebollizione, per facilitarne velocemente la dissoluzione e regolarne correttamente la quantità, al fine di raggiungere l’equilibrio di sapidità, cosa che non avviene se aggiunto all’inizio con l’acqua ancora fredda.
Nella cottura delle carni e del pesce il sale deve essere aggiunto solo dopo la cottura, in modo da renderla gustosa e mantenere intatta la succosità. Nelle verdure cotte il sale va aggiunto nel liquido di cottura in ebollizione prima dell’immersione, mentre se la verdura è cruda, alla griglia o fritta va aggiunto a fine cottura. Se saltate in padella va aggiunto in cottura, verso la fine, per regolarne al meglio il sapore ed evitare che si concentrino troppo, risultando di sapore spiccato.
Il pesce al sale permette di mantenere tutti gli odori e i sapori del prodotto grazie al guscio protettivo che si genera con la disposizione del sale su tutta la superficie del pesce che poi verrà cucinato al forno. Evitare invece di aggiungere sale quando si utilizzano i molluschi. Per le cotture alla griglia e in padella aggiungerlo a fine cottura.