Sanihelp.it – «In Italia i casi gravi di melanoma sono numericamente più contenuti grazie agli avanzati strumenti di diagnostica precoce nei tumori cutanei». Questa la rassicurazione che arriva dalla professoressa Gabriella Fabbrocini, docente di dermatologia e venereologia presso l’Università di Napoli Federico II, alla notizia dell’allarme melanoma lanciato dal Governo USA, secondo cui ci sarebbe stato dagli anni ‘70 a oggi un aumento del 200% delle persone colpite da tumore alla pelle.
«Se il report dell’American Cancer Society registra che negli Stati Uniti il melanoma è aumentato del 200% dagli anni ‘70 a oggi ed è diventato il cancro più comune fra gli adolescenti dai 15 ai 29 anni, per fortuna in Italia i dati sono meno allarmanti: la stima, seppur tuttora approssimativa, è di 7000 casi l’anno.
I motivi di questa minore incidenza vanno attribuiti sia alla genetica mediterranea, sia, soprattutto, agli avanzati strumenti di diagnostica precoce nei tumori cutanei – precisa Gabriella Fabbrocini che aggiunge – Basti pensare alla dermatoscopia, una tecnica non invasiva diffusa soprattutto da noi italiani.
È importantissimo iniziare ad adottare altre misure di prevenzione primaria. A mio parere, le scuole sono i luoghi dove stimolare progetti di prevenzione primaria e uno screening di massa. Siccome il 90% dei tumori della pelle dipende dall’esposizione al sole, sarebbe una buona idea approfittare delle tante spiagge che abbiamo in Italia favorendo le campagne di prevenzione e di informazione attraverso gli stabilimenti balneari e le strutture sanitarie nazionali», conclude la dottoressa Fabbrocini.
Melanoma in aumento in America. E da noi?
FonteGabriella Fabbrocini