Sanihelp.it – La produzione neurologica italiana non smette di crescere, e scavalca prima il Giappone e poi la Gran Bretagna, avvicinando la Germania.
Il dato emerge da un monitoraggio dell’andamento della produzione scientifica neurologica, per mezzo di indagini bibliometriche, effettuato dalla SIN, Società Italiana di Neurologia.
Il risultato è ancora più sorprendente se si considera la nostra potenza economica: l’Italia è settima come prodotto interno lordo, ma terza come prodotto neurologico. Per non parlare dei fondi pubblici investiti nella ricerca. Nel 2005, i finaniziamenti dedicati alle neuroscienze sono stati (in milioni di Euro) 310 in Gran Bretagna, 110 in Francia, 80 in Germania e meno di 50 in Italia. Come è possibile quindi che l’Italia abbia scavalcato la Gran Bretagna?
«Innanzi tutto», spiega Giorgio Cruccu, delegato SIN per la ricerca scientifica, «dai tempi di Golgi la neurologia italiana ha sempre avuto un’attitudine alla ricerca e già nelle scuole di specializzazione i futuri neurologi sono educati e coinvolti in questo ambito. Negli ultimi anni, poi, il Collegio di Neurologia ha fortemente stimolato la produzione scientifica promuovendo il concetto che i candidati ai concorsi per posizioni accademiche di neurologia dovessero essere autori, come requisito minimo, di un adeguato numero di articoli su rivista internazionale. Anche il Ministero della Salute, nel meccanismo di finanziamento degli IRCCS (Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico) che sono in larga parte neurologici o neuroriabilitativi, ha posto molta enfasi sulla ricerca».
Il futuro della neurologia italiana, insomma, appare decisamente roseo e carico di aspettative.
«Confidiamo che la nostra progressione non si arresti», dichiara il presidente della società, Mario Manfredi. «I dati 2006 non sono ancora conclusivi per il ritardo fisiologico con cui le pubblicazioni vengono registrate, ma la Germania è vicina!».