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Grano contaminato, buona la qualità della pasta italiana

Sanihelp.it – Dopo il polverone alzato dallo scandalo del grano duro canadese sequestrato nel mese di settembre nel porto di Bari perché contaminato da ocratossina A (una sostanza tossica prodotta da alcune muffe), non si è più toccato l’argomento, e soprattutto non si è più chiarito se la pasta che troviamo nei supermercati e ristoranti è di buona qualità.


Grazie a una ricerca di altro consumo possiamo tranquillizzarci, su 25 marche di pasta, da quelle leader di mercato a quelle destinate alla ristorazione collettiva, nessuna ha sorpassato il limite consentito dalla legge. L’ocratossina A è stata rilevata in cinque prodotti, ma sempre in quantità ampiamente sotto i limiti fissati dalla legge per questi alimenti.

La legge, infatti prevede, un limite massimo pari a 3 ppb (microgrammi per chilo): il valore più alto riscontrato da altro consumo si ferma a 0,25 ppb.

La maggior parte delle marche quindi hanno un livello di ocratossina minore di 0,05 ppb quelle con un livello superiore, ma sempre nei limite della legge, sono a quota 0,07 ppb Divella spaghetti ristorante Setteducati spaghetti n.3, a 0,08 ppb Fidel(Esselunga) e Granoro, a 0,25 la pasta Rummo 0,25.

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