Sanihelp.it – Nella ricerca sulla sclerodermia, malattia che provoca l’ispessimento della cute e danni agli organi interni, è stato aggiunto un nuovo tassello a firma italiana. A rivelare nuove responsabilità degli anticorpi già sotto accusa per la patologia è stata infatti una ricerca condotta su 15 mila geni umani dall’ospedale Gaslini di Genova e dell’università di Verona.
Analizzando il rapporto causa-effetto tra infezione da Cytomegalovirus e sclerodermia, i ricercatori avevano dimostrato che gli anticorpi diretti contro una proteina del virus provocavano la morte delle cellule endoteliali, responsabile del danno vascolare generato dalla sclerodermia.
Ora a questi risultati si aggiunge la scoperta che questi anticorpi sono anche in grado di attivare i fibroblasti, cellule responsabili della fibrosi che caratterizza la malattia.
Gli anticorpi riescono, in altre parole, a indurre nelle cellule normali alterazioni sovrapponibili a quelle che si trovano nella sclerodermia.
In individui predisposti, quindi, la risposta immune al Cytomegalovirus finirebbe per far ammalare le cellule sane.
La scoperta è stata pubblicata su Plos Medicine.