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La sfida futura è sconfiggere le metaproteasi

Sanihelp.it – Affrontiamo gli argomenti di questo speciale con il professor Mario Carrabba, responsabile dell’ Unità Operativa di Reumatologia dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano, con lui cerchiamo di conoscere meglio l’artrosi, le cure e la prevenzione.


Iniziamo con l’inquadrare meglio la malattia partendo da una distinzione che spesso nel linguaggio comune sembra non essere considerata.

La gente parla di artrosi e artrite deformante: sono sinonimi o esiste una differenza tra le due forme?
Esiste una bella differenza tra le due: la prima è da considerarsi come un processo degenerativo delle articolazioni dovuto principalmente alla loro usura, la seconda è una malattia autoimmune, che si manifesta attraverso un meccanismo di produzione di anticorpi che aggrediscono l’organismo stesso.
A livello infiammatorio, se l’artrite presenta sintomi più evidenti e intensi anche a livello temporale, per le patologie artrosiche la componente infiammatoria non è la principale fonte di dolore. Per questo motivo, anche se entrambe vengono fatte ricadere nella categoria patologica dei reumatismi, le diagnosi e le cure sono estremamente differenti.

A che età si manifesta l'artrosi e quali sono le zone più colpite?
Principalmente nell’adulto quando si avvia verso l’età senile, quindi nella seconda-terza età. I problemi principali si riscontrano quando vengono colpite da artrosi le articolazioni degli arti inferiori, in particolare ginocchio e anca. Ossia quelle zone del corpo che hanno la funzione di sopportare i carichi.
In pratica, quando si osservano fenomeni artrosici si manifesta l’usura della cartilagine: è come se un pneumatico fosse sprovvisto di battistrada.

È possibile prevenire questa malattia e in che modo?
Non esiste una vera e propria forma di prevenzione. Il modo migliore per non incorrere in simili patologie è quello di fare un uso oculato delle articolazioni. Il che significa non solo evitare gli eccessi, ma anche evitare di non usare le articolazioni in maniera sufficiente. La cartilagine, infatti, è un tessuto che si autorigenera attraverso il nutrimento che gli viene fornito dal liquido sinoviale che data la sua azione lubrificante agisce in presenza del movimento.
Un altro tipo di prevenzione è quello della diagnosi precoce, soprattutto nei casi di patologie congenite o acquisite. Inoltre bisogna porre molta attenzione nei casi in cui si subiscono traumi.

Quali sono le terapie più efficaci per combattere questa malattia?
Ce ne sono diverse, prima di tutto quelle sintomatiche attraverso l’utilizzo di farmaci analgesici e antinfiammatori che agiscono sul dolore. A questi si affiancano altre tecniche come l’utilizzo di condroprotettori, che servono per migliorare la struttura della cartilagine. Il futuro della terapie mediche in questo ambito, secondo me, vedrà un grande utilizzo di quelle sostanze che bloccano le metalloproteasi, ossia quegli enzimi che favoriscono la digestione della cartilagine. Il tessuto cartilagineo, come ho già accennato, si rinnova attraverso l’alternarsi di processi distruttivi e generativi. Durante l’artrosi c’è un eccesso di enzimi digestivi che fanno prevalere i processi distruttivi. Un esempio di questo tipo di farmaci possono essere le tetracicline.
Un’altra tecnica utilizzata è la pratica di iniezioni locali dei lubrificanti articolari, uno di questi è l’acido ialuronico.
Infine, non va mai dimenticato l’importanza della ginnastica, un’attività che va svolta senza carico in modo tale da non danneggiare la muscolatura. L’attività fisica ha anche una funzione antidolorifica.

Alcuni consigliano l'applicazione di calore ed altri di ghiaccio sulla zona colpita; chi ha ragione?
Dipende dal tipo di patologia, se parliamo di artrosi può essere più opportuno applicare calore, mentre se si parla di artrite, data la loro origine infiammatoria è fondamentale l’applicazione di ghiaccio.


Alcune riviste parlano di una dieta che migliora l'artrosi: sa dirci qualcosa in proposito?
Non esistono documentazioni a riguardo, l’unica influenza della dieta nelle malattie reumatiche è quella di controllare il peso corporeo, minor peso significa minor carico per le articolazioni, e questo permette di rallentare lo sviluppo dell’artrosi.

Cosa pensa delle cosiddette “cure alternative” quali, ad esempio, l'agopuntura, lo shiatzu e l'omeopatia?
Penso che il discorso è sempre il solito, ossia che queste cure possono ritenersi funzionali solo quando la medicina ufficiale ha dei limiti, e purtroppo quello delle malattie reumatiche è uno di questi ambiti.
Direi che l’agopuntura agisce a livello sintomatico, quindi cura il dolore ma non porta ad una vera soluzione del problema, lo shiatzu può essere una buona cura per l’artrosi mentre l’omeopatia secondo me è efficace, ma bisogna essere davvero convinti della cura che si va ad intraprendere.

Qual'e' il ruolo della medicina termale nella cura dell'artrosi?
Sicuramente la medicina termale ha un ruolo importante in questo campo. Essa funziona abbastanza bene e sta dando buoni risultati. Va sottolineato però che le cure termali, aldilà dei principi benefici delle acque minerali, sono accompagnate da grossi vantaggi rispetto alle normali terapie. Uno su tutti è il fatto che quando ci si reca negli stabilimenti termali si sta in vacanza per una quindicina di giorni.

Quali consigli possiamo dare alle persone affette da artrosi?
Controllare sempre il proprio peso, mantenersi in esercizio per evitare di indebolire eccessivamente muscolatura ed articolazioni ed eseguire controlli da medici specialistici, in molti casi i fenomeni artrosici vengono trascurati sul nascere.

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