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Le donne e il bisturi, tra desideri e rischi

Sondaggio sulla bellezza e la chirurgia estetica

Sanihelp.it – Un’italiana su tre è scontenta del proprio aspetto, il 36% delle minorenni non si piace e di queste il 17% non è soddisfatta del proprio seno. Metà delle italiane sostiene che un seno prosperoso aumenta l’autostima migliorando la percezione di sé e il 33% sarebbe disposto a sottoporsi a un intervento di chirurgia estetica per rimodellarlo.
Sono questi alcuni dei risultati del sondaggio della SWG Medicina estetica: i perché e i rischi visti dalle donne italiane, voluto dal Ministero della Salute alla vigilia della proposta di regolamentazioni più severe in ambito di chirurgia estetica.


L’indagine, che ha interrogato 500 donne tra i 16 e i 45 anni, ha voluto indagare la propensione delle italiane verso gli interventi di chirurgia estetica, esplorandone i percorsi psicologici ed emozionali.
Se è vero che il 65% delle donne intervistate dichiara di piacersi fisicamente, l’altra faccia della medaglia è che più di 1 su 3 – senza distinzioni di età – ammette di essere scontenta del proprio aspetto fisico, insoddisfazione che supera il 50% tra quante non lavorano e in particolare tra le casalinghe (56%). La scarsa accettazione di sé trova la sua origine soprattutto nella presenza di rotondità troppo accentuate di pancia e fianchi (71%), di gambe poco modellate (29%) o di un seno da ritoccare (18%).

Rispetto ai trattamenti per il ringiovanimento del volto, per oltre il 40% la pelle è ritenuta fondamentale per la bellezza di una donna. E per combattere i segni del tempo il 34% potrebbe decidere di ricorrere a introduzioni di filler o iniezioni di botulino.

Che si tratti di chirurgia del seno o di trattamenti riempitivi, la propensione è molto più accentuata tra quante dimostrano un livello di autostima più elevato. L’inclinazione verso un intervento correttivo aumenta inoltre sensibilmente all’avanzare dell’età passando – nel caso del seno – dal 14% delle ragazze di 16-17 anni a quasi il 40% delle over-35.
Ma è ragionevole ritenere che il dato sulla propensione sia sottostimato: oltre il 30% di quante si dichiarano meno inclini a intervenire sul proprio seno o sulla pelle del viso riconoscono allo stesso tempo che si vergognerebbero ad ammetterlo (soprattutto le meno giovani).

Ma se un seno voluminoso e sodo, così come una pelle liscia e giovane, può far sentire una donna più bella e sicura di sé, non vanno sottovalutati i possibili rischi del bisturi.
I risultati della ricerca denunciano una forte disinformazione da parte delle nostre connazionali: a fronte di una richiesta molto forte di linee guida in materia (il 91% delle intervistate ritiene utile una campagna di informazione su sicurezza e rischi correlati agli interventi di chirurgia estetica), il 60% delle donne intervistate ammette di non avere sufficienti conoscenze sugli impianti di protesi mammaria; il 76% – e in particolare le giovanissime – si ritiene poco o per niente informata sugli interventi di ringiovanimento del viso.

Solo una donna su quattro che si sottoporrebbe a intervento di tipo estetico, dichiara di conoscerne tutti gli aspetti. E un’analisi approfondita delle risposte evidenzia un’estrema confusione in tema di sicurezza: il 23% per esempio ritiene che non vi siano limiti di età per sottoporsi a un intervento estetico, mentre il 19% delle ragazzine fissa tale soglia al di sotto dei 20 anni. Sebbene siano tutte consapevoli dell’esistenza di rischi, mediamente 1 su 5 ritiene che siano comunque trascurabili.

Rispetto agli interventi al seno per esempio emerge che rischi importanti vengono sottovalutati, come il rischio di maggior incidenza di tumori (per il 43% una falsa preoccupazione), la difficoltà nell’effettuare screening clinici, i problemi nell’allattamento (per il 27% una falsa preoccupazione), le possibili difficoltà posturali e di movimento.

Il dato che più di tutti fa riflettere riguardo all’introduzione di filler e botulino, è che solo il 41% delle intervistate (e appena il 12% delle giovanissime ) li considera delle vere e proprie terapie mediche e che solo 6 su 10 si rivolgerebbero a un medico specializzato.

In conclusione emerge un generalismo dell’informazione in cui rischi più o meno possibili si mescolano a false preoccupazioni, dando vita a confusione soprattutto in materia di interventi al seno. Da qui nasce la richiesta unanime di una normativa che regolamenti questo tipo di interventi fornendo delle linee guida ufficiali in materia di sicurezza.

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