Sanihelp.it – Per combattere il dolore neuropatico cronico si ottengono maggiori benefici (in termini di riduzione del dolore e miglioramento della qualità di vita e delle capacità funzionali) erogando leggeri impulsi elettrici nella colonna vertebrale rispetto all’impiego della sola terapia medica convenzionale.
È quanto emerge da uno studio condotto su 100 pazienti in 12 centri ospedalieri e policlinici universitari internazionali, al quale hanno partecipato anche ricercatori italiani. Dopo sei mesi di follow-up, il 48% dei pazienti assegnati al gruppo di neurostimolazione ha riportato un miglioramento del dolore alle gambe pari o superiore al 50%, rispetto al 9% dei pazienti assegnati al gruppo trattato con la sola terapia convenzionale.
Il dolore neuropatico, che colpisce frequentemente la schiena e le gambe, viene spesso sotto-diagnosticato e trattato in maniera insufficiente. Di tutti i tipi di dolore, è quello tra i più gravi, disabilitanti, costosi e difficili da trattare.
In Europa 1 adulto su 5 è affetto da dolore cronico. Oltre 10 milioni di persone in Italia ne soffrono: circa il 25% della popolazione. Associato a danno nervoso o disfunzioni del sistema nervoso, colpisce l’8% dei nostri connazionali. La categoria professionale più colpita sono le casalinghe: 1 su 2 ne è affetta.
Per curare il dolore cronico che non risponde ad altre terapie, viene spesso impiegata la SCS (Spinal Cord Stimulation – Stimolazione elettrica del midollo spinale), che si esegue posizionando un elettrodo nella colonna vertebrale del paziente. Dopo un periodo di stimolazioni di prova, se si è registrata una riduzione del dolore di almeno il 50%, si procede all’impianto dello stimolatore definitivo.
La Federazione Europea delle Società Neurologiche (EFNS) ha raccomandato le tecniche di neurostimolazione per il trattamento del dolore neuropatico.