Sanihelp.it – Un gruppo di ricercatori italiani ha dimostrato, per la prima volta, che il cervello opera una dissociazione tra l’identità di un corpo e l’azione che esso compie. Infatti due diverse aree del cervello elaborano l’identità e l’azione del corpo umano: il riconoscimento dell’individualità e dell’identità del corpo è affidata all’attività di un’area della corteccia visiva, la Extrastriate Body Area (EBA), mentre la corteccia premotoria ventrale (cPMv) è determinante per comprendere ciò che il corpo sta facendo.
Il risultato di questo studio, condotto da Cosimo Urgesi, psicologo ricercatore presso il Polo Regionale Friuli Venezia Giulia dell’IRCCS E. Medea – Associazione La Nostra Famiglia, in collaborazione con l’Università La Sapienza e l’IRCCS Santa Lucia, è stato pubblicato questo mese sulla prestigiosa rivista Nature Neuroscience.
I ricercatori sono giunti a questi risultati grazie all’utilizzo della Stimolazione Magnetica Transcranica ripetitiva, tecnica non invasiva in grado di interferire transitoriamente con l’attività delle aree stimolate inducendo una “lesione” virtuale delle stesse in individui sani. Lo studio evidenzia per la prima volta che stimolare l’area extrastriata per il corpo interferisce con la percezione dell’identità di individui che eseguono la stessa azione, mentre la stimolazione della corteccia premotoria ventrale interferisce con la percezione di due diverse azioni eseguite dallo stesso individuo.
Questi risultati chiariscono le basi neurali della rappresentazione visiva del proprio corpo e del corpo degli altri e spiegherebbero dunque anche i meccanismi neurologici e psichiatrici all’origine dell’anoressia nervosa, situazione in cui una persona (in genere di sesso femminile) ha appunto un’alterata percezione del proprio corpo: si vede e si percepisce, infatti, come soprappeso anche se oggettivamente denutrita e magra. «Una più accurata conoscenza delle strutture corticali implicate nella codifica dei diversi aspetti del corpo», sottolinea Urgesi, «può aiutare la messa a punto di piani di intervento per la riabilitazione dei disturbi dell’immagine corporea in età adulta e nell’infanzia».