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Ormoni: la prolattina fa bene alla coppia e rinsalda il rapporto madre figlio

Sanihelp.it – Secondo i ricercatori, l’ormone, chiamato prolattina, avrebbe un’azione potenziante il senso dell’olfatto.


I ricercatori hanno riscontrato uno spiccato aumento di nuove cellule nel centro di controllo dell’odorato, il bulbo olfattivo, nelle femmine di topo sia durante la gravidanza che subito dopo il parto. Quest’aumento di cellule è stato fatto risalire all’attività della prolattina, un ormone che nei mammiferi si alza precocemente durante la gravidanza e dopo il parto ha un secondo picco per promuovere la produzione di latte.

Nel numero di gennaio della rivista Science i ricercatori affermano che, poiché l’ “individuazione olfattiva” è fondamentale nelle madri dei mammiferi per il riconoscimento e l’allattamento dei cuccioli, questo aumento di cellule cerebrali indotto dalla prolattina è indispensabile per determinare il comportamento materno.

La prolattina entra in azione anche dopo l’orgasmo, sia negli uomini sia nelle donne. In un nuovo studio sui topi, il semplice accoppiamento era sufficiente a far aumentare la produzione di cellule cerebrali nel bulbo olfattivo del topo femmina. Infusioni di prolattina producevano effetti simili sia nel maschio sia nella femmina di topo.

Se la prolattina avesse gli stessi effetti anche sul cervello umano, è possibile che l’incremento di prolattina post orgasmo aiuti a formare “ memorie olfattive” che potrebbero servire a trasformare il corteggiamento in una relazione più duratura , ha detto il direttore dello studio, Dr. Samuel Weiss.
E’ inoltre difficile dire se l’aumento delle cellule cerebrali indotto dalla prolattina sia importante nel determinare il comportamento materno nell’uomo, poiché esso è molto più complicato che nel topo.

Di maggiore interesse per il suo tema di ricerca sono i possibili impieghi clinici della prolattina. Vi sono indizi che dimostrano che le cellule staminali del cervello adulto, che normalmente producono nuove cellule per il bulbo olfattivo, possono reindirizzare queste cellule verso regioni cerebrali danneggiate dall’ictus .

Weiss e colleghi stanno attualmente studiando se uno stimolatore naturale di crescita delle cellule cerebrali, come la prolattina, possa incrementare questo processo e stimolare le “auto riparazioni” che avvengono nelle aree cerebrali colpite da ictus.



Da: Science 2003

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