Sanihelp.it – La mitologia greca è piena di esempi di questo genere: Pasifae che si accoppia con un toro generando il Minotauro, la mostruosa figura che venne rinchiusa nel labirinto di Minosse e uccida da Teseo. Oppure Zeus, che per sedurre ninfe o donne mortali non esitava a trasformarsi in un animale, come ad esempio nel famoso cigno con cui possedette la bellissima Leda. Quando la storia antica ci tramanda leggende di questo genere non possiamo certo ignorare quel fondo di verità che soggiace ad ogni leggenda. In questo caso la zoofilia, detta più correttamente zooerastia, che designa la pratica per cui vi sono persone che ritengono sessualmente intrigante l’idea di accoppiarsi con animali.
Ciò che per molti è motivo di disgusto, almeno ufficialmente, in realtà si traduce in una pratica che ha un gran numero di estimatori. Su un campione di oltre 76 mila persone, una ricerca condotta su Internet spiega che, nelle varie forme, questa pratica sessuale interessa una percentuale non inferiore al 20% del campione. Ciò che ultimamemnte la ricerca scientifica ha evidenziato è che la zoofilia, o zooerastia, ha effettivamente una componente affettiva e sentimentale, per quanto strano possa sembrare. Esiste infatti una percentuale di individui, il 2% circa tra coloro che hanno attuato questo comportamento sessuale, che non vivono l’atto sessuale con l’animale come un semplice oggetto sostitutivo del partner, ma proprio come reale obiettivo della propria sessualità. Così come molti zoofili hanno avuto o hanno, contemporaneamente, relazioni umane soddisfacenti.
Ciò che resta importante è la distinzione tra zoofilia e zoosadismo. Quest’ultima pratica, infatti, è maggiormente legata a questioni sadiche, in cui la penetrazione animale non è tanto vista come elemento per la ricerca di un appagamento sessuale quanto come una modalità di umiliazione o addirittura di mortificazione dell’altro. Definire quest’ultima pratica come sadica ha anche la sua spiegazione letteraria: è stato infatti De Sade, nella sua opera Le 120 giornate di Sodoma, a illustrare per la prima volta penetrazioni da parte di topi in vagina, esaltando così la componente torturatrice della pratica.
Ovviamente, ferma restando la sospensione del giudizio da un punto di vista morale o etico (le associazioni animaliste combattono anche questa battaglia), diventa difficile far rientrare questa parafilia nel novero dei comportamenti sessuali accettabili. Resta però un fatto: la zoorastia è molto più diffusa di quanto non si vorrebbe credere.