Sanihelp.it – L’incubazione dell’infezione è breve, da 1 a 3 giorni . L’esordio è brusco ed è sempre caratterizzato da febbre che in assenza di trattamento con antifebbrili si eleva rapidamente a temperature comprese tra 38° e 40°. La febbre è generalmente preceduta da sintomi variabili come intensa sensazione di freddo e mal di testa. Nel 50% dei casi sono presenti fastidio alla luce e altri sintomi a carico dell’occhio – inclusi lacrimazione, bruciore e dolore ai movimenti oculari . Altri sintomi sono: malessere generale, stanchezza intensa, dolori diffusi ai muscoli ed articolazioni, prevalentemente al bacino e agli arti inferiori, con sensazioni di »ossa rotte» o di “bastonatura”, mancanza di appetito . Predominante è il desiderio di rimanere a letto spontaneamente e si avverte una sensazione di intensa prostrazione.
Il picco della febbre generalmente coincide con la completa comparsa dei sintomi descritti e, in genere, ha una durata di tre giorni, ma può durare da 1 a 5 giorni .
Caratteristica saliente della febbre »influenzale» è l’andamento continuo che diminuisce con il trattamento antifebbrile accompagnato da sudorazioni profuse, per poi ritornare, con un nuovo brusco rialzo, alla fine dell’effetto del farmaco.
L’intervallo libero dalla febbre è quindi relativamente breve nell’arco delle 24 ore e richiede il ricorso a più dosi di antipiretico.
A breve distanza dall’esordio compaiono: rinite, sensazione di secchezza alla bocca, mal di gola ingoiando, dolore retrosternale da irritazione della trachea, tosse per lo più secca e stizzosa con poco catarro.
Solo nel 10% dei casi può essere associato il vomito e sono estremamente rari la diarrea e i dolori addominali tipici invece dei virus parainfluenzali o di altre malattie dell’apparato digerente.
Il quadro clinico descritto con febbre abbastanza elevata persiste per 3-4 giorni e quindi si riduce abbastanza bruscamente. La guarigione completa , con pieno recupero delle forze fisiche, si completa in una settimana ma la tosse, la debolezza, o la facile stancabilità possono durare per una o due settimane dopo la fine della febbre , ma possono protrarsi ancora più a lungo in soggetti anziani o con malattie importanti.
Se la febbre, oltre i 38°, persiste oltre i 3-4 giorni occorre sospettare una complicanza che andrà tempestivamente individuata e trattata nel modo più adeguato.
Nei neonati e bambini
Sebbene le manifestazioni dell’influenza siano simili a quelle degli adulti , appare evidente come vi siano sostanziali differenze tra i neonati – i bambini compresi tra l’anno e i cinque anni – e i giovani sino all’adolescenza, in considerazione anche delle diverse capacità di relazionarsi con l’esterno e quindi di riferire correttamente la sintomatologia da cui sono colpiti.
I neonati presentano una sintomatologia non specifica , caratterizzata fondamentalmente da: abbattimento generale, mancanza di appetito e apnea, solo raramente associate a febbre . Diarrea e vomito con dolore addominale sono tra i disturbi più frequenti che determinano, se persistenti, il ricorso all’ospedale nei soggetti al di sotto dei sei mesi di vita per il pericolo di disidratazione.
Nella fascia di età tra l’uno e i cinque anni la sintomatologia generalmente è caratterizzata da: esordio brusco con febbre alta, superiore a quella riscontrabile nei neonati, mancanza di appetito, tosse, sonnolenza, congiuntivite con occhi arrossati . Nei bambini sotto i 5 anni di età sono presenti in più del 20% dei casi le convulsioni.
E’ proprio la mancanza di appetito il segnale più evidente che il bambino, ancora incapace di descrivere gli altri sintomi (in particolare, mal di testa, mal di gola e dolori muscolari) ha contratto l’influenza.
La congiuntivite è più frequente nell’infanzia rispetto all’età adulta , così come i dolori muscolari e i sintomi delle basse vie respiratorie .
L’incidenza di sonnolenza decresce con l’età, dal 50% nei bambini con meno di 4 anni sino a poco più del 10% nei bambini tra i 5 e i 14 anni, diventando poi rara nell’età adulta.
Il mal di orecchio, indica spesso la presenza di un’otite media , che ha una discreta prevalenza nei bambini che richiedono il ricorso all’ospedale. Nell’ambito dei sintomi respiratori più gravi sono frequenti gli episodi di croup e bronchiolite con broncospasmo.
I bambini di sei anni e più possono essere considerati , pur con le debite eccezioni, nell’ambito del gruppo dei pazienti ad ulti, infatti sintomi e segni clinici sono sovrapponibili e vicini per modalità d’esordio ed evoluzione.
Ricapitolando :
I bambini più piccoli non sono in grado di descrivere la sintomatologia sistemica che si evidenzia semplicemente con irritabilità, pianto, inappetenza
La febbre è associata a un aumento della frequenza respiratoria, nel neonato considerare febbre qualsiasi temperatura sopra i 37°
Vomito e diarrea sono relativamente più comuni
Occhi arrossati e congiuntivite sono caratteristici
Nel bambino di 1-5 anni considerare l’elevata frequenza di laringotracheite e bronchite associate a febbre.
Negli anziani
Nel soggetto anziano la sintomatologia dell’influenza può avere caratteristiche diverse rispetto alle altre decadi di età per i seguenti motivi: presenza di malattie associate, ridotta risposta immunitaria e infiammatoria, ridotta risposta febbrile, alto rischio di disabilità, diversa percezione del dolore .
A ciò si aggiunga il fatto che in età geriatrica, come è stato già detto, è sicuramente più frequente la pratica vaccinale antinfluenzale all’inizio della stagione invernale che può attenuarne sostanzialmente l’entità dei sintomi, anche se talvolta non si rivela capace di prevenire integralmente l’infezione.
Ecco perché globalmente possiamo dire che la sintomatologia dell’anziano è spesso più subdola di quella del soggetto adulto a meno che non si sovrappongano complicanze batteriche. In particolare la febbre raramente supera i 38°, ma può accompagnarsi ad incapacità di stare alzati (profonda astenia, vertigini ecc.) e ad importanti segni neurologici quali il sopore, lo stato confusionale che tra l’altro può determinare cadute improvvise ovvero l’incontinenza degli sfinteri, condizioni correggibili talvolta con il solo controllo della temperatura. Rispetto all’età adulta è frequente, inoltre, il dolore toracico. Va infine sottolineata l’importanza nel grande anziano (oltre gli ottant’anni) che l’influenza potrebbe portare ad un improvviso peggioramento di numerose patologie croniche concomitanti quali il diabete, altri scompensi metabolici, insufficienza cardiaca, ecc.