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Dottore, mio figlio è un bullo!

Sanihelp.it – Le abbiamo provate tutte: prima con la comprensione e l’affetto, poi con i rimproveri e le punizioni. È stato tutto inutile: nostro figlio persevera in comportamenti violenti e aggressivi verso i coetanei.  
 
L’ulteriore passo da compiere per correggere questi atteggiamenti antisociali, dopo aver consultato gli insegnanti e le altre figure adulte che contornano la vita del bambino (l’allenatore di calcio, il prete della parrocchia ecc.) è rivolgersi allo psicologo della scuola, una figura professionale sempre più presente nell’ambito scolastico italiano.  
 
Essendo una figura inserita all’interno dell’ambiente quotidiano del bambino, lo psicologo della scuola è la persona più adatta per intervenire, in quanto possiede una panoramica dell’ambiente e delle persone che circondano e influenzano il soggetto. Lo psicologo della scuola è un canale diretto tra ragazzi, genitori e insegnanti.  
 
Per quanto riguarda l’intervento sulla classe, è fondamentale lavorare sulla cooperazione tra gli alunni, al fine di prevenire l’insorgere di relazioni disequilibrate.  
 
L’intervento diretto sul bullo (è sbagliato parlare di terapia, non siamo di fronte a una condizione patologica) deve essere mirato e di breve durata. Lo scopo è correggere il comportamento del bambino analizzando le sue modalità relazionali e il suo temperamento naturale.  
 
Inoltre, lo psicologo può fornire a docenti e genitori gli strumenti adeguati per intervenire. 
 
Anche nel caso della vittima spesso diventa inevitabile il ricorso a una figura professionale. Questo può rendersi necessario quando il bambino mostra di ricadere sempre in situazioni di svantaggio e di vittimismo: è probabile che alla radice di questo autolesionismo ci sia una debole personalità o magari una pulsione autodistruttiva e masochista che va portata alla luce e analizzata.


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