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Trapianto di fegato da vivente per salvare le vite in attesa

Sanihelp.it – Per migliaia di persone, colpite da cirrosi epatica, infezioni virali o tossicosi, il trapianto del fegato è l’unica possibilità di sopravvivenza.


Purtroppo, però, c’è ancora un’enorme eccedenza delle esigenze di trapianto rispetto alle effettive disponibilità di organi da cadavere.

Oggi però esiste un’importante alternativa: il trapianto di fegato da vivente, di cui si è parlato oggi a Milano nell’incontro Il trapianto di fegato: conquiste e traguardi futuri.

«Il trapianto di fegato da vivente», ha spiegato il dottor Luciano de Carlis, responsabile della U.O. Trapianti di Fegato dell’Ospedale Riguarda Cà Granda di Milano, «comporta il prelievo di una metà del fegato del donatore, mediante la tecnica split-liver, e rappresenta un’alternativa di grande rilevanza rispetto al trapianto da cadavere, oltre che un grande atto d’amore».

Il donatore, che generalmente è un parente del malato, deve avere alcuni requisiti indispensabili, quali la compatibilità ematica con il ricevente e la perfetta normalità degli esami ematici e dei markers virali.

In queste condizioni, il trapianto split-liver ha dimostrato risultati estremamente soddisfacenti sia su pazienti adulti che sui bambini, accreditandosi come procedura salva-vita in grado di ridurre considerevolmente la lista d’attesa di chi aspetta un trapianto da cadavere.

In Italia 21 persone sono già state salvate da questa tecnica.

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