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Dalla terapia genica nuove speranze contro l’Alzheimer: i primi test sull’uomo sembrano dare risultati promettenti.
Uno studio statunitense pubblicato su Nature Medicine dimostra infatti che è possibile accrescere i livelli del fattore di crescita neuronale (NGF) nel cervello, dimezzando così la velocità del declino cognitivo.
Indagini più approfondite su un paziente deceduto hanno inoltre confermato che l’aumento dell’NGF stimola la generazione di nuovi neuroni.
«La terapia genetica con NGF non può curare l’Alzheimer, perché non blocca la formazione delle placche amiloidi da cui dipende la neurodegenerazione», spiega l’autore Mark H. Tuszynski, dell’università della California di La Jolla, San Diego. «Tuttavia il rallentamento del declino cognitivo da noi ottenuto è 10 volte superiore ai benefici osservati con le terapie attuali».
Per questo «potrebbe essere conveniente combinare la terapia genica con le cure convenzionali, che inibiscono il deposito delle fibre amiloidi».