Circa il 50% della popolazione adulta è affetta da bruxismo. Il bruxismo è l’atto involontario di digrignare i denti durante il sonno o di serrarli inconsapevolmente durante il giorno.
Chi ne soffre, in genere, ne è inconsapevole, oppure sottovaluta il problema. Eppure il bruxismo è un fenomeno assai considerato dalla letteratura scientifica, anche per le implicazioni correlate alla qualità del sonno, alla postura, alle performance sportive. Nel Regno Unito è perfino operativa un’associazione no-profit, The Bruxism Association.
Ma di cosa si tratta esattamente? Qualcuno lo definisce un disturbo, altri un comportamento parafunzionale, cioè non intenzionale e a-finalistico. Secondo l’associazione statunitense che si occupa dei disturbi del sonno (l’American Sleep Disorders Association – ASDA), il bruxismo è tecnicamente definito come una malattia del movimento del sistema masticatorio, che contempla il serramento e il digrignamento dei denti ed è caratterizzata da movimenti periodici e stereotipati.
È tuttavia opportuno differenziare due tipi di bruxismo: quello primitivo, che non mostra legami con situazioni patologiche, e quello secondario, conseguente ad alterazioni del sonno, all’assunzione di farmaci e antidepressivi, psicostimolanti, cocaina ed ecstasi, a disturbi psichiatrici (come depressione e sindromi ansiose), oppure, nei casi più gravi, a malattie come il morbo di Parkinson.
Il fenomeno, a torto ritenuto prevalentemente notturno, è in realtà molto frequente anche durante il giorno, strettamente correlato allo stile di vita (più si è stressati, più si è a rischio bruxismo). La fascia d’età più colpita è quella che coincide con il massimo impegno lavorativo, tra i 25 e 45 anni.
Il bruxismo diurno, oltre a usurare i denti e a provocare i dolori muscolari tipici del bruxismo in generale, pregiudica il livello di attenzione e causa stanchezza precoce nelle attività ad alta concentrazione (dalla guida al lavoro).
Il bruxismo diurno è molto frequente nello sport (80% degli atleti). Numerosi studi rilevano infatti che nell’attività sportiva, anche amatoriale, si registra un aumento del livello di stress dovuto alla concentrazione che l’attività richiede che causa un incremento della percentuale di fenomeni di bruxismo.
Nello sport, la postura scorretta che consegue al bruxismo causa contratture muscolari e fastidi cervicali. In particolare, in alcune attività come motociclismo, automobilismo, sci e bici, digrignare i denti mentre si subiscono le vibrazioni dell’impatto con il terreno provoca danni devastanti.
Inoltre, le tensioni muscolari che conseguono al serramento dei denti sono parafunzioni che sottraggono energia e resistenza all’attività principale.