Sanihelp.it – L’associazione Pasta-Italia è un binomio a dir poco scontato: il Bel Paese è sicuramente la patria indiscussa di pasta e pizza.
Gli Italiani, dunque, amano i carboidrati, c’è poco da dire: non a caso una delle immagini simbolo dell’ inizio di quest’emergenza Coronavirus, è quella di dispense e carrelli della spesa riempiti di pasta.
La ricerca Il consumo di pasta durante il lockdown, commissionata da Unione Italiana Food e Agenzia ICE – a DOXA, che ha intervistato un campione di oltre 5mila persone in Italia,Germania, Francia, UK, USA ha rivelato che una persona su 4 ne ha aumentato i consumi durante i mesi di lockdown.
Dallo studio è emerso che gli italiani preferiscono la pasta corta e rigata, mentre inglesi e americani quella lunga.
I tedeschi quella fresca (ripiena e non).
I francesi, invece, sono i maggiori estimatori della pasta corta e liscia.
Su una cosa tutti o quasi sono d’accordo: la qualità della pasta italiana non è in discussione.
E infatti la pasta made in Italy è la prima scelta nella dispensa globale.
È la preferita per il 72% delle famiglie inglesi, il 68% di quelle francesi, il 54% di quelle tedesche e il 48% negli Stati Uniti.
Secondo le ultime stime ONU, nel 2020 circa 71 milioni di persone saranno spinte verso la povertà assoluta, il primo aumento della povertà globale dal 1998.
E la perdita di reddito e protezione sociale mette a rischio povertà e fame fasce di popolazione ancora più ampie.
In Italia, per esempio, gli effetti sociali della pandemia colpiranno circa 1 milione di famiglie, che, secondo l’Istat, vanno ad aggiungersi a 5 milioni di famiglie che già vivono in condizioni di povertà assoluta o relativa.
In occasione del World Pasta Day, la pasta ha rilanciato la sua candidatura a alimento utile per aiutare in modo sano e sostenibile un Pianeta sempre più povero e affamato.
Si inserisce in questo percorso un gesto dal chiaro valore simbolico: i pastai italiani hanno effettuato una donazione di 16 tonnellate di pasta in favore della Comunità di Sant’Egidio, che verranno distribuite a famiglie indigenti in diverse città italiane.