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Violenza sulle donne, in aumento con il lockdown

Numeri su cui riflettere

Sanihelp.it – Il bilancio è tragico e impietoso. In occasione della Giornata contro la violenza sulle donne i dati Istat parlano di un femminicidio ogni tre giorni, 91 solo da inizio anno. Una tragedia che assume toni ancora più drammatici con la pandemia: il lockdown, la limitazione degli spostamenti, le difficoltà economiche e lavorative hanno amplificato le tensioni tra le mura domestiche favorendo un aumento delle violenze, a volte portate fino alle estreme conseguenze.


Sempre per via del lockdown secondo i dati Uecoop, l’Unione europea delle cooperative, le donne hanno una minor possibilità di mettere un’adeguata distanza fisica tra sé e l’autore delle violenze con il rischio di traumi indelebile per se stesse e anche per i figli.

Le più fortunate, sempre secondo i dati Uecoop, vengono aiutate da amici e parenti oppure riescono a trovare rifugio nelle strutture di sostegno a livello nazionale con oltre 100 donne che si rivolgono ogni giorni ai centri anti-violenza.  

I centri di assistenza forniscono servizi di primo intervento, ascolto e accoglienza coinvolgendo i componenti del network sociale territoriale, dalle forze dell’ordine alle aziende sanitarie fino agli enti locali.Offrono inoltre supporto legale e psicologico, orientamento, collaborazione nella ricerca di una nuova abitazione oppure sistemazioni temporanee per allontanarsi subito dalla situazione di violenza.

Una fondamentale rete di supporto che a livello logistico ha visto quadruplicare in dieci anni il numero delle case rifugio mentre i centri antiviolenza sono cresciuti fino a 281 con le cooperative sociali di assistenza in prima linea nell’affrontare il fenomeno.

Va tenuto conto però del fatto che una donna su quattro, circa il 22%, non riesce a concludere il percorso terapeutico e di ripresa e a volte torna addirittura in quell’ambito domestico dove la attende il partner violento.

Tracciare un profilo dell’uomo violento è quanto di più difficile ci sia. Il rischio è di cadere in stereotipi che non corrispondono a realtà e che possono essere pericolosi perché impediscono alle donne di avere strumenti per riconoscere un possibile aggressore.

Un dato va tenuto però presente. Più di 1 uomo su 5 (21,9%) responsabile di violenze sulle donne ha assistito da piccolo a maltrattamenti del proprio padre sulla propria madre o è stato picchiato dai genitori.

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FonteUecoop

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