Sanihelp.it – Secondo la recente indagine Dove Body Love 2023, condotta col metodo WOA (Web Opinion Analysis) che ha preso in considerazione circa 1.200 utenti web, uomini e donne con un’età compresa tra i 20 e i 50 anni, oltre 6 intervistati su 10 (62%) sono stati presi di mira sui social o nella vita di tutti i giorni a causa di problemi o imperfezioni legati alla pelle.
Sul web, principalmente sui i social network, attraverso l’azione dei cosiddetti hater, viene presa di mira la pelle, soprattutto delle donne e dei giovani, attraverso commenti, post, story e messaggi privati.
Gli inestetismi della pelle sono infatti molto comuni e riguardano milioni di persone, potenzialmente sempre più esposte alle critiche online: dall’acne al rossore, dalle cicatrici fino alle macchie. Secondo la ricerca Dove Body Love 2023 la caratteristica del corpo maggiormente presa di mira oggi dagli hater sul web è la pelle (31%), seguita da peso (25%) e misure sproporzionate (20%).
Dall’indagine si è visto che ad essere colpiti da Body Shaming sono soprattutto i ragazzi tra i 18 e i 25 anni (59%), seguiti dagli over 45 (22%) e dalla fascia 33-45 anni (19%).
A soffrire di più sono le donne: infatti oltre 6 su 10 (64%) si sentono maggiormente giudicate per la propria immagine, mentre alla stessa domanda la percentuale di uomini scende al 36%.
Inoltre, oltre 7 su 10 hanno dichiarato che questo fenomeno li ha condotti a uno stato di forte insicurezza (73%).
Eloquente è anche l’obiettivo ultimo della skin care: se il 67% degli intervistati dice di prendersi cura del proprio aspetto per piacere a sè stesso, ben il 56% ammette di farlo per essere accettato dagli altri.
Da sottolineare anche il dato relativo alle fonti che gli intervistati seguono per reperire informazioni utili alla cura del corpo e della pelle: il 64% infatti segue consigli provenienti dal web e dagli influencer.
Nell’ottica di considerare in maniera concreta l’argomento dello Skin Shaming, la cura di sé stessi come antidoto di benessere a critiche e offese sui social risulta essere la chiave di volta per innescare un processo virtuoso.
Secondo la Dott.ssa Stefania Andreoli, psicoterapeuta e presidente dell’Associazione Alice ETS: «Chi cura il proprio aspetto lo fa principalmente per sé e per sentirsi bene. Infatti, concedersi le cure rivolte al corpo e alla pelle è un gesto che di per sé è accudente, prima ancora del suo risultato. Avere cura di sé produce sentimenti di benessere che indagati più a fondo rimandano ad un vero e proprio segreto di bellezza suggerito dai partecipanti all’indagine: per il 59% dei rispondenti, stare in ascolto di sé, isolandosi dal rumore di fondo dei diktat esterni e rispondendo alle proprie esigenze dopo essersi sintonizzati e sintonizzate sui bisogni profondi suggeriti dalla propria unicità, diventa il modo d’elezione per avere cura di se stessi… e come dare loro torto! Questi dati ci permettono inoltre di dare anche una lettura in chiave positiva del rapporto con la nostra immagine. Infatti, diversamente dai risultati raccolti da altre ricerche condotte post-pandemia e dall’avvento dei social network, la notizia è finalmente l’occasione di un racconto in controtendenza: stiamo iniziando a relazionarci con la nostra immagine esteriore in modo più positivo di quanto emergeva fino ad oggi. Il 58% dei partecipanti dichiara infatti che il rapporto con la propria immagine è «molto» o «abbastanza» positivo».