Sanihelp.it – Il segreto di una qualità di vita migliore, più sana e più lunga è nascosto all’interno delle nostre cellule, e più precisamente nei nostri geni: è il presupposto del Programma Genetico Personalizzato, messo a punto dal professor Vincent Giampapa, presidente dell’American Board of Anti-Aging Medicine, e dai più accreditati esperti nel campo della genetica.
I recenti sviluppi scientifici dimostrano che è possibile tenere sotto controllo il processo di invecchiamento sfruttando a livello ottimale le potenzialità dei geni che abbiamo ereditato. Questi studi indicano che determinati geni, o gruppo di geni, fanno in modo che i mammiferi possano vivere il 40% più a lungo.
In pratica, mettendo in pratica semplici regole, come una dieta sana e bilanciata, l’assunzione di alcuni integratori, un’attività fisica regolare e un atteggiamento positivo nei confronti della vita, possiamo influenzare il funzionamento dei nostri geni rendendoli più efficienti, ritardare così l’invecchiamento del nostro corpo e della nostra mente, prevenire molte malattie e mantenerci giovani e in forma più a lungo.
Secondo questa metodica innovativa, una volta scoperto il modo per mantenere sana una cellula, è possibile applicare lo stesso metodo per mantenere sani tutti i 100.000 miliardi di cellule che compongono il corpo umano. In pratica bisogna:
1. ridurre i danni a livello del Dna e stimolare la sua riparazione
2. ridurre i danni arrecati dai radicali liberi
3. eliminare i punti deboli ereditati a livello dei geni.
Diventa dunque fattibile ciò che in passato era ritenuto impossibile: modificare il nostro destino genetico.
I ricercatori hanno stimato che ogni giorno da 30.000 a 70.000 eventi metabolici danneggiano il nostro Dna ma, quando siamo giovani, le nostre cellule sono in grado di riparare la maggior parte di questi danni quotidiani. Il buon funzionamento dei geni riparatori nelle prime decadi di vita spiega perché da giovani possiamo fare le ore piccole, abusare del nostro corpo e avere stili di vita scorretti e nonostante ciò sentirci bene, restare magri e preservare la nostra energia.
Intorno ai 30 anni iniziamo a vedere i primi segni del tempo e ad accusare qualche disturbo di salute. Si tratta dei primi segnali di invecchiamento, in quanto i nostri geni non riescono più a riparare i danni al Dna con la stessa velocità di tempo. Si tratta di un processo naturale, ma possiamo rallentarlo il più possibile adottando uno stile di vita salutare che favorisca i processi di riparazione del Dna.
In conclusione, i futuri progressi nel campo della medicina anti-età dovranno prevedere la riprogrammazione del Dna utilizzando dei composti presenti nel nostro organismo definiti modulatori dell’espressione genetica o MEG.
I MEG sono in grado di spostare indietro le lancette dell’orologio, disattivando i geni dell’invecchiamento e risvegliando quelli della giovinezza. Questi composti vengono già sperimentati al Giampapa Institute nell’ambito dei più innovativi programmi anti-invecchiamento.