Sanihelp.it – Sale a oltre 100 miliardi il valore del falso Made in Italy agroalimentare nel mondo, con un aumento record del 70% nell’ultimo decennio, per effetto della pirateria internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia. È quanto emerge dallo studio presentato dalla Coldiretti.
A preoccupare è anche la nuova stagione degli accordi commerciali bilaterali inaugurata con il Canada che, per la prima volta nella storia, l’Unione Europea legittima in un trattato internazionale la pirateria alimentare a danno dei prodotti Made in Italy più prestigiosi, accordando il via libera alle imitazioni che sfruttano i nomi delle tipicità nazionali, dall’Asiago alla Fontina dal Gorgonzola ai Prosciutti di Parma e San Daniele, ma è anche liberamente prodotto e commercializzato dal Canada il Parmigiano Reggiano con la traduzione di Parmesan.
Una strada che è stata poi il riferimento degli accordi conclusi con Giappone, Singapore e Messico che hanno tutelato una percentuale residuale dei prodotti tipici nazionali mentre pesanti possono essere gli effetti del negoziato in corso con i Paesi del Sud America (Mercosur) dove la produzione locale del falso è tra i più fiorenti del mondo.
All’estero, sono falsi più di 2 prodotti alimentari di tipo italiano su 3 e le esportazioni di prodotti agroalimentari tricolori potrebbero più che triplicare se venisse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale, con l’Italia che ha raggiunto nel 2017 il record dell’export agroalimentare con un valore di 41,03 miliardi.
Il cosiddetto Italian sounding colpisce tutti i prodotti, dai salumi alle conserve, dal vino ai formaggi ma anche extravergine, sughi o pasta e riguarda tutti i continenti. A differenza di quanto avviene per altri articoli come moda o tecnologia, a taroccare il cibo italiano non sono i Paesi poveri, ma quelli emergenti o i più ricchi a partire dagli Stati Uniti e dall’Australia.
In testa alla classifica dei prodotti più taroccati, secondo la Coldiretti, ci sono i formaggi partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano con la produzione delle copie che ha superato quella degli originali, dal parmesao brasiliano al reggianito argentino fino al parmesan diffuso in tuti i continenti. Ma ci sono anche le imitazioni di Provolone, Gorgonzola, Pecorino Romano, Asiago o Fontina. Tra i salumi sono clonati i più prestigiosi, dal Parma al San Daniele, ma anche la mortadella Bologna o il salame cacciatore ma anche gli extravergine di oliva o le conserve come il pomodoro San Marzano che viene prodotto in California e venduto in tutti gli Stati Uniti.
Dal Bordolino argentino nella versione bianco e rosso con tanto di bandiera tricolore al Kressecco tedesco, ma anche il Barbera bianco prodotto in Romania e il Chianti fatto in California, il Marsala sudamericano e quello statunitense alcuni esempi delle contraffazioni e imitazioni dei nostri vini e liquori più prestigiosi.