Sanihelp.it – Scordatevi Rain man e Dustin Hoffman. Oggi sappiamo che l'autismo non deve impedire a tanti ragazzi e alle loro famiglie di realizzarsi ed essere felici. Notevoli passi avanti sono stati fatti per abbattere barriere e pregiudizi intorno ai disturbi dello spettro autistico, ma resta ancora molto da fare e i tanti casi di esclusione sociale, scolastica e lavorativa che si registrano ancora oggi ne sono una prova.
Eppure basterebbe poco: parlarne, innanzitutto. Non solo il 2 aprile che è la Giornata dedicata all'autismo (che in Italia colpisce circa un bambino su 100), ma tutto l'anno. L'ha fatto Nico Acampora, papà di un bimbo autistico di 9 anni di Cernusco sul Naviglio (Milano), ideatore del progetto Pizza Aut (oggi marchio registrato).
«L'idea è quella di avviare un laboratorio di inclusione sociale attraverso la realizzazione di un locale gestito da ragazzi con autismo, affiancati da professionisti della ristorazione e della riabilitazione – spiega Acampora – I ragazzi saranno avviati a una prima fase di formazione che consentirà di studiare insieme a psicologi ed educatori la mansione più adeguata per ciascun ragazzo inserito nello staff e soprattutto le modalità attraverso le quali farlo sentire efficace e in equilibrio con il mondo.
Troppo spesso i ragazzi con autismo sono esclusi dal mondo del lavoro e dalle relazioni sociali. Ci siamo resi conto che con attenzione, delicatezza e determinazione questa situazione si può cambiare: per questo abbiamo deciso di investire le nostre energie e risorse in un progetto capace di costruire un presente e un futuro diverso, dove integrare le persone autistiche non perché bisognose di aiuto, ma perché portatrici di competenze e di benessere».
Sul sito di Pizza Aut è possibile fare una piccola donazione per contribuire a questo progetto («siamo quasi a metà dei 60mila euro necessari ad avviare il primo locale», dice Nico), che ha visto anche come testimonial d'eccezione il cantante Kekko dei Modà.