Sanihelp.it – Uno studio condotto dal gruppo multidisciplinare di ricerca Mutamenti sociali, valutazione e metodi (MUSA) dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irpps) restituisce un quadro preoccupante circa la diffusione e le dinamiche del cyberbullismo tra gli adolescenti italiani.
La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica internazionale Societies è stata condotta attraverso un approccio interdisciplinare di tipo socio-psicologico su un campione di 4288 adolescenti.
«I risultati evidenziano innanzitutto come il fenomeno sia capillarmente diffuso sul territorio nazionale: circa il 40% di questi giovani risultano coinvolti in episodi di cyberbullismo in qualità di attori, mentre una minoranza, pari al 5%, ha subito atti di violenza online come insulti, minacce o la diffusione non autorizzata di foto o video personali» ha spiegato Antonio Tintori, ricercatore dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche e referentedel gruppo di ricerca Mutamenti Sociali, Valutazione e Metodi (MUSA).
«A queste due categorie si aggiunge quella delle vittime-attori, che riguarda gli adolescenti che subiscono e attaccano allo stesso tempo. Diversamente dal bullismo tradizionale, infatti, l’anonimato e la mediazione offerta dallo schermo offre un’opportunità di rivalsa alle vittime, allargando la platea di chi è coinvolto nel fenomeno. Le vittime-attori: circa il 15% degli adolescenti italiani, si configura come la categoria più vulnerabile dal punto di vista relazionale e psicologico».
Il gruppo di ricerca ha identificato una serie di fattori di rischio strettamente associati al fenomeno: eccessiva esposizione ai social media (iperconnessione), scarsa fiducia nei confronti degli adulti di riferimento – in particolare genitori e insegnanti -, scarso senso di appartenenza alla comunità scolastica, forte tolleranza della violenza e razzismo.
Lo studio, mostra inoltre la »trasversalità» del cyberbullismo di oggi, a cui ormai resistono solo alcune differenze di genere: gli attori sono più maschi, mentre le vittime e le vittime-attori sono maggiormente femmine e giovani con background migratorio.
«Il coinvolgimento nel cyberbullismo, indipendentemente dal ruolo assunto, compromette fortemente il benessere relazionale e psicologico degli adolescenti, con notevole deterioramento del proprio stato psicologico, che contempla frequenti ideazioni suicidarie e forte sfiducia verso i coetanei- conclude Tintori- La situazione diventa più allarmante proprio analizzando le vittime-attori: questi giovani vivono un profondo disagio interiore, segnato da un’intensa insoddisfazione personale, bassa autostima, incapacità di rafforzare con la fiducia le relazioni sia con pari che con adulti, persistente senso di isolamento anche all’interno della comunità scolastica».