Sanihelp.it – Il test genetico si effettua sul sangue o sulla saliva, ed è in grado di informare le donne sulla loro probabilità di sviluppare il cancro al seno grazie alla scansione di alcune centinaia di geni. Gli scienziati dell'università di Manchester affermano che potrebbe ridurre il numero di pazienti sottoposte a mastectomia, in quanto offrirà un profilo di rischio molto preciso, consentendo di studiare opzioni personalizzate senza dover effettuare interventi preventivi e demolitivi.
L'esame oggi analizza 18 varianti genetiche conosciute per influenzare la suscettibilità nei confronti della malattia, fra cui il gene Brca (1 o 2), noto ormai come gene Jolie, grazie alla testimonianza dell'attrice hollywoodiana che ha dichiarato di essersi sottoposta a un intervento per asportare seni e ovaie a causa della sua forte predisposizione al cancro, dovuta proprio a questa variante genetica.
Entro 2 anni i ricercatori sperano di migliorare il test fino a includere 300 varianti genetiche a rischio di tumore. Combinando i risultati del test con le informazioni anamnestiche della donna, sulla densità del seno, l'età in cui ha avuto un figlio o ha raggiunto la pubertà, si otterrà una percentuale di rischio molto precisa relativa ai prossimi 10 anni e a tutto il corso della vita. La squadra lavora con l'Università di Cambridge e ricercatori negli Stati Uniti, in Australia e in Europa per esaminare campioni da 60.000 donne.